Ianeselli: «Trasformazioni urbanistiche, diamo fiducia alle firme locali»

Dare «voce» ai professionisti locali, che ogni giorno vivono la città. E intervenire per snellire quelle procedure che tolgono energie ai piccoli studi già gravati da mille impegni.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 5 febbraio 2020

 

Di fronte alla riflessione del presidente dell’ordine degli architetti Marco Giovanazzi sul divario del settore tra Trento e Bolzano («La stagione delle archistar ha lasciato il deserto, ora serve un piano di rilancio dell’architettura trentina» aveva detto Giovanazzi), il candidato sindaco di SìAmo e Patt Franco Ianeselli assicura di essere pronto a intervenire. Indicando possibili impegni e direzioni dell’amministrazione di Palazzo Thun.

«Il Comune — spiega Ianeselli — deve puntare sulla qualità dei propri interventi e non considerarli mai cantieri o appalti singoli da trattare in modo slegato, ma tasselli da inserire all’interno di una pianificazione complessiva che abbia la qualità della vita dei cittadini come punto centrale della propria azione. Per farlo, non può basarsi su una logica di “autosufficienza”, ma deve valorizzare l’esperienza, la professionalità e la creatività dei professionisti che tutti i giorni abitano e trasformano la città». Una scommessa sui progettisti locali che ha ragioni precise, spiega Ianeselli: «Le trasformazioni urbanistiche e architettoniche delle città sono spesso un punto di partenza per molti altri cambiamenti, ed è quindi necessario che il Comune se ne occupi con cura e rivolgendosi alle professionalità presenti sul territorio. Disegnando le città si definiscono indirettamente anche politiche ambientali e di risparmio energetico, si affrontano questioni come la sicurezza di certe zone, si possono contrastare le disuguaglianze. Serve quindi coniugare la professionalità con la conoscenza dello spirito di una città». In questo modo, prosegue il candidato sindaco, «il Comune può acquistare persino una funzione pedagogica, perché valorizzando per primo gli interventi che riguardano i beni comuni della città, si propone come stimolo ed esempio anche per gli interventi di edilizia privata». Che, osserva Ianeselli, avranno bisogno di qualche ragionamento «non per insegnare come si lavora a persone che sono qualificate e per bene, ma per cercare di modificare un atteggiamento difensivo che troppo spesso fa concentrare tutti sulle carte per essere burocraticamente a posto, lasciando sullo sfondo le necessità delle persone e delle imprese».

I malumori, in questo senso, ci sono: le lungaggini, la burocrazia, le procedure troppo complicate hanno esacerbato gli animi. E in queste prime settimane di ascolto, Ianeselli ne ha avuto conferma. «Questo — osserva — non ha solo un impatto negativo sull’economia, con lavori e cantieri fermi, ma anche sulla qualità degli interventi. Perché ci sono progettisti che ti confidano come ormai la loro attenzione nella progettazione finisca per essere più rivolta a come non incappare nei mille divieti e nei conseguenti ritardi e costi, che concentrata sulla qualità della progettazione. Il Comune può e deve fare molto per evitare che chi progetta debba essere talmente concentrato su questioni di forma da dover considerare il contenuto in un secondo momento. Ci sono procedure che possono essere snellite, uffici che possono essere potenziati. C’è più in generale il ruolo della politica che non è quello di alzare le mani e scaricare le responsabilità sulla macchina amministrativa, ma di metterci la faccia».