Il disegno di legge sulle politiche giovanili proposto dall’assessora Sara Ferrari guarda alla crescita personale e professionale dei giovani con un occhio alla loro tutela. Le modificazioni, infatti, correggono o integrano le precedenti leggi provinciali nell’ambito del servizio civile universale provinciale — riorganizzato —, dei piani giovani di zona per il lavoro estivo e del consiglio provinciale dei giovani, al quale il disegno di legge conferisce maggiori poteri.
M. Montanari, "Corriere del Trentino", 12 gennaio 2018
Nel testo depositato in commissione non mancano le misure di cui la Provincia intende far uso per contrastare il bullismo in ogni sua forma.
«La legge andrà a certificare e dare sostegno normativo a qualcosa che dal punto di vista amministrativo è già in essere», chiarisce l’assessora riferendosi al servizio civile universale provinciale, civile che possono scegliere di svolgere, per un periodo da 3 a 12 mesi, i giovani fra i 18 e i 28 anni. Il disegno dà infatti supporto normativo all’albo provinciale del servizio civile. Viene poi introdotto «il riconoscimento ai giovani delle competenze trasversali acquisite nel corso del servizio civile», aggiunge Sara Ferrari.
Certificazione di prerogativa del dipartimento di conoscenza e della fondazione De Marchi (che, come specifica il ddl contribuirà allo svolgimento delle attività disciplinate dalla legge). Viene aggiunto nero su bianco il fine dell’esperienza del servizio: l’intento, come recita il testo, è «favorire il raggiungimento dell’autonomia e la transizione all’età adulta».
«Il servizio civile — osserva l’assessora — è un’esperienza formativa, non è un lavoro». Ma, in anni in cui è sempre più difficile trovare un’occupazione, il rischio che un giovane scelga la strada del servizio civile per colmare un vuoto a cui lo costringe il mercato del lavoro, fraintendendo l’intenzione reale dell’esperienza, è alto. Soprattutto se viene a mancare quel «carattere sociale» che dovrebbe essere il connotato principale dello Scup. «Non vorremmo che in Provincia avanzasse l’idea di confondere il servizio civile col lavoro — avverte il segretario Cgil del Trentino Franco Ianeselli —. Se nell’albo compaiono imprese che propongono progetti slegati dal contesto sociale, l’esperienza diventa simile a stage o tirocini che già esistono». L’invito del sindacato è quindi a tenere separate le due cose e a «non creare doppioni che rischiano soltanto di allungare il tempo che intercorre tra la fine del percorso d’istruzione e l’ingresso nel mondo del lavoro».
Il disegno di legge, poi, introduce le modalità scelte dalla Provincia per guidare i giovani, anche quelli in età d’obbligo scolastico, nella scelta di attività lavorative da svolgere durante l’estate. Lo farà, ad esempio, aprendo a Trento (in collaborazione con il Comune) entro la primavera del 2018, uno sportello giovani che possa indirizzarli o rispondere alle loro domande in ambito lavorativo, formativo, ma anche sportivo ed educativo. Fra le novità introdotte dalla legge sulle politiche giovanili figura un ultimo intervento volto a contrastare il cyberbullismo e favorire la cittadinanza digitale. «Accrescere la consapevolezza di bambini, genitori e docenti circa le nuove tecnologie e le possibili minacce che possono nascondere è importante, ma è altrettanto essenziale che l’eco arrivi su tutto il territorio, anche al di fuori delle scuole», conclude l’assessora alle politiche giovanili.