Trento Da una parte ciò che è reale, dall’altra ciò che è percepito come tale. Nel mezzo una membrana tanto sottile quanto necessaria per dividere pathos e logos. «Il tema dell’immigrazione è fortemente caratterizzato da fake news e pressapochismo, la conoscenza statistica costituisce quindi la base per orientare ogni intervento pubblico», sintetizza Silvio Fedrigotti, dirigente provinciale del Dipartimento salute e solidarietà.
M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 27 ottobre 2017
È con simili premesse che, ieri, in tutte le Regioni e le Province del Paese è stato presentato il «Dossier statistico immigrazione», a cura del Centro studi Idos e del Centro studi Confronti. L’esito è un volume di 500 pagine, fatto di tabelle, analisi e antidoti contro facili luoghi comuni. «Innanzitutto non c’è alcuna invasione», spiega Serena Piovesan, ricercatrice e curatrice del capitolo trentino del dossier. I numeri rendono l’idea: la popolazione straniera in Italia rappresenta l’8,3% del totale. Ancora: rispetto al 2015, lo scorso anno sono arrivati appena 20.875 stranieri in più, nonostante gli sbarchi e i movimenti migratori abbiano interessato quasi un milione di persone. In Trentino gli stranieri residenti sono 46.456 e rappresentano l’8,6% della popolazione, in calo del 4,1% rispetto al 2015. Una contrazione legata all’aumentano delle acquisizioni di cittadinanza.
Il quadro nazionale
Chi arriva in Italia e chi oltrepassa i confini. Il «Dossier immigrazione» fotografa i flussi, in entrambe le direzioni. «Al 31 dicembre, il numero di stranieri residenti in Italia era di 5,047 milioni di persone», ha esordito Piovesan nel corso della presentazione dello studio, nella sede del Cinformi. Secondo le anagrafi consolari, gli italiani all’estero sono invece 5,3 milioni (aumentati di 150.000 unità rispetto al 2015). Una corrispondenza quasi speculare. Quanto alle appartenenze religiose, lo studio smentisce uno stereotipo comune: «Dai primi anni 2000 a oggi — si legge — persiste la netta prevalenza dei cristiani (53%). La presenza musulmana, pari a un terzo dell’intera popolazione straniera (1,6 milioni, ossia il 32%, ndr) non giustifica il timore di un’invasione e l’atteggiamento contro l’Islam». Un capitolo a parte meritano le riflessioni economiche. Gli occupati con cittadinanza straniera, in Italia sono 2,4 milioni, ossia il 10,5% del totale. «Nel 2015 gli stranieri hanno prodotto una ricchezza di 127 miliardi di euro, vale a dire l’8,8% della ricchezza complessiva, e hanno dichiarato in media redditi di 11.752 euro annui a testa, pari a un totale di 27,3 miliardi». Ricapitolando, Piovesan sintetizza i costi dell’immigrazione. «A fronte di 16,6 miliardi di uscite (che ricomprendono sanità, istruzione, giustizia, spese del Viminale), le entrate sono 18,7 miliardi tra contributi previdenziali, gettito e fiscalità». Due miliardi è quindi l’attivo.
I numeri del Trentino
Fin qui il quadro nazionale. «La contabilità anagrafica provinciale — spiega Piovesan — evidenzia per il terzo anno consecutivo una contrazione della popolazione straniera residente, ancora più consistente di quella degli anni precedenti». L’Istat conteggia 46.456 stranieri residenti alla fine del 2016, in calo di 2000 unità rispetto al 2015 (- 4,1%). «Anche la loro incidenza sulla popolazione residente complessiva continua a scendere, attestandosi all’8,6%, per la prima volta valore inferiore a quello della vicina provincia di Bolzano (8,9%)», rimarca la ricercatrice. Per quale ragione calano gli stranieri? Perché la presenza diventa strutturale. «La principale determinante è rappresentata dalle acquisizioni di cittadinanza italiana che hanno sottratto 3.461 persone alla contabilità degli stranieri trasferendole alla lista anagrafica degli italiani». I neo-cittadini sono infatti in aumento del 5,1% rispetto al 2015 e soltanto negli ultimi cinque anni il passaggio di cittadinanza ha interessato, in Trentino, 11.800 persone. Ancora: analizzando i Paesi di origine i romeni costituiscono la comunità più consistente (22,1%, quasi 10.300 persone), staccando nettamente albanesi (12,4%) e marocchini (8,2%).
Richiedenti asilo
Una postilla a parte merita l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. «Che costituiscono solo il 3,5% della popolazione con cittadinanza non italiana presente in Trentino», rimarca Pierluigi La Spada, coordinatore del Cinformi. Una piccola presenza, tuttavia «spesso enfatizzata». «Attualmente sono 1.690 le persone in accoglienza e dal 2014 a oggi le persone ospitate sono state 4.000». Il 46% ha scelto di abbandonare il programma «e di questi — prosegue La Spada — l’83% è rimasto meno di due mesi». Per sfatare qualche altro pregiudizio, La Spada cita un dato: «Il 50% delle persone accolte ha ottenuto protezione internazionale. Chi non ce l’ha fatta, e ha impugnato la decisione, ha trovato risposta positiva in secondo grado nel 60% dei casi». Sessantacinque, infine, i Comuni trentini che offrono alloggi. Ma qui La Spada rivolge un appello ai privati: «Rilanciamo la richiesta a chi ha immobili a disposizione». L’intento è rafforzare la seconda accoglienza, in modo diffuso.