Lungo le reti della comunicazione elettronica s’incontrano straordinarie opportunità e insieme inquietanti scenari. Investirci, come sta facendo la Provincia autonoma di Trento, diviene decisivo. Mettere delle regole, pure. Il software libero non è una semplice alternativa al software proprietario. R. Bortolotti, 7 ottobre 2011
Il software libero sta all’emergente società dell'informazione e della conoscenza come l'acqua sta alla società agricola: una fondamentale “res communis omnium” che va incentivata e tutelata per garantire sviluppo alla società.In questo senso il software libero non è un'alternativa tecnica al software proprietario, ma la concretizzazione di un ideale sociale e culturale, uno strumento per eliminare una delle barriere d'accesso alle risorse informatiche per tutti i cittadini e per tutti gli esseri umani. Rilasciando il software secondo i termini di una licenza di software libero, viene riconosciuta a tutti gli utenti pari dignità e diritti: sono gli stessi valori riconosciuti dall'art. 3 della Costituzione Italiana e dall'art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.Il software libero attua i valori costituzionali ed i diritti fondamentali di libertà d'espressione e d'informazione, libertà di cultura, libertà d'iniziativa economica, uguaglianza e cooperazione e il diritto ad informare ma anche il diritto ad essere informati.
Una visione di futuro
Nella sua relazione alla manovra finanziaria 2011 – 2013 Lorenzo Dellai ha detto «Saremo il primo territorio ad avere tutte le utenze pubbliche e private connesse alla rete a banda larga e saremo tra i primi territori in Europa a riconvertire radicalmente i propri sistemi di mobilità verso soluzioni tecnologiche innovative ed ecologicamente accettabili. La Giunta riconferma questi programmi anche a fronte di scetticismi e perplessità, poiché ritiene che arrivare tardi a questi standard equivale a perdere, come territorio, molte opportunità competitive. Ciò che oggi può sembrare non proporzionato alla domanda, fra pochi anni diventerà termine di confronto». Mettendo così in campo «una positiva discontinuità», superando conservatorismi che in un settore in così rapida trasformazione, diventano a lungo andare insostenibili. In questa direzione vanno i programmi di infrastrutturazione e cablaggio del nostro territorio.Banda larga significa semplificazione nel rapporto fra i cittadini e la pubblica amministrazione, aprire il capitolo del telelavoro, ovvero di una diversa mobilità e di un diverso approccio nell’organizzazione del lavoro, ambiti nei quali la PAT si sta attrezzando. Ed in secondo luogo, una capacità di attrezzarsi sul piano dell’autonomia gestionale, della trasparenza, della comunicazione. E proprio in questa direzione va il presente Disegno di legge.
Una scelta europea
Il FLOSS (Free Libre Open Source Software) ha sempre rappresentato un punto chiave nelle indicazioni fornite dalla Commissione Europea in merito allo sviluppo della Società dell'Informazione. Seguendo l'Agenda di Lisbona del Marzo 2000, nel piano di azione presentato al Consiglio europeo di Siviglia nel giugno 2002 e denominato “eEurope 2005 una società dell’informazione per tutti”, la Commissione ha preso l'impegno di definire una disciplina per l’interoperabilità per promuovere la fornitura di servizi paneuropei di e-government ai cittadini e alle imprese. In particolare si raccomandava di sviluppare iniziative e specificazioni di natura tecnica con lo scopo di far cooperare i sistemi informativi della Pubblica Amministrazione in tutta l'Unione Europea. Alla base vi è l'uso di standard aperti con una forte raccomandazione all'impiego di software libero (FLOSS) per i quali la UE promuove attivamente attività di ricerca.Fra le azioni prioritarie della Commissione, agli standard aperti ed al software Open Source, viene assicurato un ruolo fondamentale sul tema dell'e-Government confermato anche nell'ambito dell'Agenda Digitale Europea 2010-2020 dove il tema dell'interoperabilità e degli standard prevede una serie di azioni specifiche così come la ricerca e sviluppo.
Il FLOSS in Italia…
Anche in Italia, a livello centrale come nelle Regioni e negli enti locali, vi sono iniziative che perseguono i medesimi obiettivi e tra essi evidenziamo:
● DigitPA (ex CNIPA, Centro Nazionale per Informatica nella Pubblica Amministrazione) in attuazione della Direttiva del Ministro per l'innovazione e le tecnologie del 19 dicembre 2003 (G.U. 7 febbraio 2004, n. 31), ha prima redatto un rapporto sull'Open Source e quindi costituito l'Osservatorio Open Source con lo scopo di promuovere e supportare la diffusione di esperienze maturate dalle PA nel campo di applicazione del FLOSS. Nel rapporto del CNIPA ben si evidenziano sia i benefici che il FLOSS può portare alla diffusione delle tecnologie informatiche all'interno delle PA e delle imprese sia il positivo sviluppo del mercato. Mercato che, date le caratteristiche peculiari delle PMI, ben si presta ad essere collante e catalizzatore per il sistema Paese;
● il D.Lgs. 82/2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale) ed in particolare il disposto dell'articolo 68 del Codice dell'amministrazione digitale secondo il quale le Pubbliche Amministrazioni, prima di acquisire programmi informatici, devono realizzare una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le soluzioni disponibili sul mercato, ivi incluse le soluzioni FLOSS e con obbligo che venga supportato almeno un formato aperto;
● la sentenza del TAR del Lazio 2809/07 del 22.03.07 che riconosce l'obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di realizzare la valutazione comparativa prima di acquisire programmi informatici;
● sul tema del FLOSS numerose anche le iniziative legislative in Italia. Si possono citare, ad esempio, la legge regionale della Toscana, dell'Emilia Romagna, dell'Umbria e del Veneto e le mozioni e le delibere della Provincia di Pescara, dei Comuni di Lodi, Torino, Pistoia, Pisa, Siena, Argenta, Prato, Feltre, Ferrara, Firenze e altre ancora;
● la legge della Regione Piemonte n.9 del 26 marzo 2009 (Norme in materia di pluralismo informatico, sull'adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella pubblica amministrazione) che stabiliva: «...la Regione nella scelta dei programmi per elaboratore elettronico, privilegia i programmi appartenenti alla categoria del software libero e i programmi il cui codice è ispezionabile dal titolare della licenza.»;
● la Corte Costituzionale con sentenza del 23 Marzo 2010 ha sancito che la preferenza per il software libero è legittima e rispetta il principio della libertà di concorrenza in quanto la libertà del software è una caratteristica giuridica generale e non una caratteristica tecnologica legata a uno specifico prodotto o marchio: questa sentenza mette a nudo l'inconsistenza degli argomenti di quanti, fino ad oggi, si sono opposti all'adozione di norme che favoriscono il software libero argomentando che confliggono con il principio di "neutralità tecnologica";
● il Free Software Center, centro tecnologico nel TIS innovation park in Alto Adige – Sud Tirolo che ha l'obiettivo di convogliare e coordinare le competenze di numerose imprese ed istituzioni locali, nazionali ed internazionali specializzate ad alto livello nell’ambito del Free Software;
● il Centro di Competenza sull'Open Source (CCOS) della Regione Umbria costituisce un punto di riferimento per quanti operano nella Pubblica Amministrazione ed adottano software FLOSS e formati di dati aperti;
● la costituzione di numerosi ed autorevoli Centri di competenze a livello regionale per l'Open Source quali quello della Regione Friuli Venezia Giulia, quello della Regione Emilia Romagna nell'ambito del progetto EROSS, il centro di Competenza della Regione Toscana ed il centro di competenza italiano per l'Open Source;
● l'iniziativa del consorzio dei Comuni dell'Alto Adige – Sud Tirolo che ha da oltre cinque anni introdotto con successo il Software Libero e Open Source nella struttura informatica.
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… e in Trentino
A livello provinciale le iniziative relative alla promozione del FLOSS e dei formati di dati aperti sono state le seguenti:
● la delibera della Giunta provinciale di Trento n.2390 del 15.10.2004 che approva il Progetto “La Società dell'informazione” che prevede “Raccomandazioni anche in tema di Interoperabilità e Open source”;
● la deliberazione della Giunta provinciale di Trento n.1492 del 15.07.2005 avente per oggetto “Linee guida in materia di interoperabilità dei sistemi informativi e di software open source”;
● la delibera della Giunta Provinciale n. 2727 del 2008 “Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 8, comma 1, della legge provinciale 21 dicembre 2007, n. 23, finalizzate al contenimento dei costi dell'amministrazione provinciale nella dotazione e nell'uso della posta elettronica e della telefonia fissa e mobile” che prevedeva tra le altre iniziative la predisposizione di un idoneo documento di sintesi sulla attuata sperimentazione dell’“office automation aperto” e, conseguentemente, di definire una proposta di piano operativo per una diffusione nel sistema pubblico trentino;
● l'ordine del giorno “Interventi di informazione e tutela nel campo dell'informatica e di internet” approvato il 26 marzo 2009 dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento;
● la delibera 119 del 2010 del Consiglio comunale di Trento di approvazione dell'ordine del giorno avente ad oggetto: "estendere ulteriormente l'utilizzo e la promozione del software libero ed open-source e dei formati aperti, nonché la partecipazione a progetti di software libero ed open-source da parte del comune di Trento"
● le Relazioni Previsionali Programmatiche del Bilancio del Comune di Rovereto dal 2009 danno indicazione al Servizio Informatica di mantenere un’attenzione particolare ad ambienti e strumenti open source (ponendo ad es. le basi per la migrazione avvenuta nel corso del 2010 all'utilizzo di strumenti di produttività individuale open source), mentre con la decisione dd. 28.12.2009 la Giunta comunale decide “l’adozione obbligatoria dei formati ODF e PDF per la produzione di documenti informatici e per l’interscambio interno e con l’esterno”.
● la delibera n. 78/2010 della Giunta Comunale di Riva del Garda “Software libero ed open source e formati aperti: delibera di indirizzo per la promozione e l'ulteriore estensione dell'utilizzo, nonché per la partecipazione a progetti di software FLOSS ”;
● la delibera 29/2009 della Giunta del Comune di Storo “Pubblicazione in forma libera con licenza copyleft del viario e di altri dati geografici del comune di Storo”;
● l’iniziativa del Consorzio dei Comuni Trentini, promossa in collaborazione con Informatica Trentina, di aprire uno sportello di supporto agli enti interessati alla adozione di software libero lanciata durante l’incontro “Open Comune – La chiave per risparmiare innovando”, del 23/11/2010;
Un investimento per contenere i costi di gestione e favorire l'economia locale
Fra i fattori trainanti del sempre maggiore interesse riscontrato a livello globale da parte delle imprese nei confronto del software FLOSS figura anche la riduzione dei costi gestionali. Aspetto questo che risulta essere pregnante di interesse anche per la Pubblica Amministrazione, oggi alle prese con significativi tagli di bilancio e un crescente impegno verso una maggiore efficienza dei servizi offerti.Avviare la migrazione da un sistema proprietario ad uno libero ha certamente dei costi, che si configurano come un investimento sul risparmio futuro. Recenti lavori di analisi su ipotesi di migrazione nell'ambito dei vari settori della PA trentina hanno stimato una possibilità di risparmio per le casse pubbliche nell'ordine di qualche milione di euro all’anno. I dati della spesa per l’informatica del solo Assessorato all'istruzione e sport della PAT indicano un costo annuo complessivo di oltre tre milioni di euro dei quali non meno di un milione relativo all'acquisto di licenze software. E’ dunque ipotizzabile che la adozione di soluzione FLOSS per la sola Provincia potrebbe determinare un significativo risparmio.Ma non solo. Il diverso modello di business che sta alla base dell'economia del FLOSS indicativamente più attenta alla dimensione dei servizi può determinare una diversa destinazione dei flussi di denaro e favorire l'economia e la produzione di “valore” locale. Infine la disponibilità di dati e programmi liberi può rappresentare un importante stimolo allo sviluppo di competenze ed imprese locali.
IL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE OPEN SOURCE
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