Ad avvenuta approvazione della nuova normativa sul sistema degli incentivi alle imprese, vorrei cercare di tratteggiare lo spirito di questa riforma e la novità che essa rappresenta nel contesto della politica economica provinciale. Una politica che, nei momenti più bui della crisi economico-finanziaria, è stata in grado di affrontare la grave situazione sin dai primi momenti in cui la stessa si è affacciata nello scenario provinciale.A. Olivi, "L'Adige", 24 luglio 2011
Il governo provinciale ha saputo dare una risposta energica e tempestiva, mobilitando rilevanti risorse in una manovra che si è articolata: nell'adozione di interventi finanziari straordinari, per far fronte alla grave crisi di liquidità dovuta alle turbolenze dei mercati finanziari internazionali; nella difesa dell'occupazione nelle medie e grandi imprese, particolarmente toccate da preoccupanti cali del fatturato, attraverso il cosiddetto «Fondo Olivi» che ha contribuito alla stabilizzazione della quasi totalità dei dipendenti in forza; in un grande utilizzo della domanda pubblica di investimento in funzione anti-recessiva; in un sostegno straordinario degli investimenti fissi aziendali. Ma il ruolo della politica non può limitarsi ad affrontare i bisogni dell'oggi. Una politica riformatrice deve saper guardare oltre l'emergenza e individuare nuove soluzioni per risolvere i problemi ed i nodi che frenano le potenzialità di sviluppo economico e sociale della Comunità che essa rappresenta. I nodi strutturali più rilevanti del sistema delle imprese trentine riguardano l'elevata frammentazione, la scarsa patrimonializzazione, un certo deficit nello sviluppo di nuove conoscenze, le difficoltà nella creazione di nuova imprenditorialità, soprattutto giovanile e femminile, e nell'accesso ai mercati globali e la presenza di situazioni territoriali periferiche più fragili. La legge che riforma la politica degli incentivi alle imprese introduce nuovi strumenti di incentivazione con l'obiettivo di risolvere questi nodi, di accrescere la competitività delle nostre imprese e di rafforzare la capacità del sistema economico trentino di proiettarsi verso l'esterno. I punti basilari della riforma sono: 1) lo stimolo dei processi di innovazione anche nelle imprese di piccole e medie dimensioni; 2) la crescita della presenza sui mercati internazionali; 3) il rafforzamento delle forme di collaborazione e di integrazione fra imprese; 4) la creazione di nuove imprese da parte di giovani e di donne;5) il riequilibrio territoriale. 1) Per i sistemi economici maturi quali il nostro, stare sui mercati ed essere competitivi significa puntare incessantemente sull'innovazione. Il consolidato impegno della Provincia nel sostegno dei progetti di ricerca delle imprese contribuisce in modo rilevante a questo obiettivo; ma i progetti di ricerca sono realizzati prevalentemente dalle imprese più forti e strutturate. È ora previsto uno strumento a favore delle imprese innovative di piccole dimensioni, attraverso il quale vengono agevolate le attività di ricerca svolte da tecnici laureati, dai titolari o dai soci dell'impresa. E ancora per incentivare l'innovazione, è prevista l'agevolazione dei costi per la concessione e il riconoscimento dei brevetti, che traducono le attività di ricerca in concreti risultati economici, e per l'acquisizione di consulenze finalizzate ad innovazioni di prodotto e di processo e all'introduzione di cambiamenti organizzativi orientati dai principi della qualità totale dell'impresa e del lavoro. 2) La globalizzazione dei mercati non rappresenta solo una minaccia per le nostre imprese quanto a concorrenza sui prezzi, ma dischiude grandi opportunità per prodotti caratterizzati da tecnologia e qualità. Qualificare ed aumentare la presenza delle nostre imprese diviene sempre più chiaramente una scelta strategica. A tale scopo, la norma riformata conferma il sostegno delle imprese già presenti sui mercati esteri (attraverso incentivi per la partecipazione a fiere, progetti di marketing internazionale e azioni di commercializzazione), ma soprattutto introduce strumenti diretti alle imprese non presenti stabilmente sui mercati internazionali, finalizzati all'acquisizione di servizi specialistici per l'internazionalizzazione e la penetrazione commerciale all'estero. 3) La prevalente ridotta dimensione delle imprese trentine rende difficoltoso ed oneroso l'accesso ai mercati, alla conoscenza e al credito. Il quadro normativo precedente affrontava già tale problema, favorendo la crescita dimensionale delle singole imprese e sostenendo i consorzi quali forme di aggregazione tra imprese. Con la riforma, l'impianto normativo viene rafforzato con strumenti che favoriscono la creazione di reti d'impresa, siano esse costituite in forma stabile attraverso consorzi, che attraverso i contratti di rete previsti dalla normativa statale. Le reti d'impresa, che rappresentano un modello complementare o alternativo alle aggregazioni tramite fusioni ed acquisizioni, consentono infatti di superare i limiti della piccola dimensione e della frammentazione, aumentando la massa critica e la forza sul mercato, salvaguardando allo stesso tempo l'autonomia della singola impresa. Attraverso i contratti di rete le imprese possono realizzare progetti comuni, in grado di generare vantaggi competitivi, nelle strategie di marketing, nello sviluppo di reti di sub-fornitura e nella realizzazione di progetti di innovazione e ricerca diretti ad accrescere la capacità innovativa e la competitività. 4) Un altro punto qualificante riguarda la creazione di nuova imprenditorialità, in particolare per la nascita di nuove imprese partecipate da giovani e da donne, nell'ottica di un'economia socialmente inclusiva. La riforma prevede infatti specifici strumenti di sostegno per la fase di costituzione e avvio di nuove imprese, sia attraverso la concessione di contributi sulle spese sostenute, compresi i costi di acquisizione di servizi mirati di consulenza e tutoraggio, sia attraverso l'istituzione di sportelli informativi dedicati. 5) Infine, la riforma si propone di riequilibrare le opportunità di sviluppo economico all'interno del territorio provinciale e per questo incentiva gli investimenti fissi sostenuti dalle imprese operanti nelle zone montane caratterizzate da marginalità socio-economica mediante la concessione di maggiorazioni delle misure di aiuto. Innovazione diffusa, reti d'impresa, apertura a nuovi mercati, opportunità d'impresa per i giovani e le donne e uno sviluppo territoriale equilibrato rappresentano dunque i nuovi campi di intervento delle politiche provinciali rivolte alle imprese, con l'obiettivo di creare condizioni favorevoli alla crescita della competitività del sistema economico trentino, di perseguire una maggiore inclusione sociale e di offrire ai nostri giovani opportunità di lavoro sempre più qualificate.
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