Cup, il Consiglio: "Cambiare l'appalto". Passa la mozione Maestri

«La ditta vincitrice utilizzerà le sedi messe a disposizione dall'Apss». Potrebbe essere questa la «formula magica» per garantire la continuità del Cup, il centro unico delle prenotazioni in Trentino, senza infrangere le regole europee in materia di bandi pubblici.
"Il T Quotidiano", 25 gennaio 2024

L'uovo di Colombo è stato proposto ieri in consiglio provinciale, con una mozione presentata da Lucia Maestri (Partito democratico) e alla fine, dopo una modifica, votata all'unanimità dal consiglio provinciale. La questione riguarda l'appalto del call center dell'azienda sanitaria: il bando non contiene più vincoli per garantire il lavoro in Trentino. Ma, in questo modo, verrebbero salvaguardati le sedi attuali. Il voto ieri, mentre in piazza Dante le lavoratrici del Cup erano impegnate in un sit-in per esternare la loro preoccupazione. «Rischiano il lavoro — spiega il segretario della Fiom Trentino, il sindacato maggioritario al Cup, Michele Guarda — è vero che l'eventuale nuovo vincitore è obbligato a mantenere il loro posto, ma potrebbe offrire a persone che vivono in Trentino, di lavorare a Roma come a Tirana» Il testo votato, alla fine chiede di «assumere il personale uscente presso gli spazi messi a disposizione dall'Apss, in luoghi non lontani dalle attuali sedi di lavoro del personale uscente».

Il bando per il rinnovo dell'appalto per l'affidamento di gestione del Cup ha un valore di 105 milioni di euro: è già stato pubblicato e, finora, complici anche le elezioni e la difficile genesi della giunta, non è mai stato cambiato.

Ora, il nuovo testo impegna la giunta a continuare il confronto con le parti sociali per esplorare, compatibilmente con la normativa di riferimento, la possibilità di un'integrazione del capitolato d'appalto. dando il più possibile una reale attuazione delle clausole sociali in riferimento alla conservazione del posto di lavoro in Trentino. Il «cavillo» prevede, qualora non sia possibile garantire gli spazi, «a cancellare la gara d'appalto e ad affidare il servizio ad una società in-house». Alla fine, maggioranza e opposizione si sono venute incontro. È stato l'assessore Mario Tonina a emendarla, in modo da garantire il sostegno di tutta l'aula. Ma le lavoratrici del Cup, 140 in tutto, rimarranno in agitazione finché non vedranno cambiato anche il capitolato d'appalto. Alla fine, anche la Fiom esprime soddisfazione: «Oggi abbiamo ottenuto due risultati - commenta il segretario provinciale Michele Guarda - Si è riaperta la partita per tutelare l'occupazione di questi addetti e allo stesso tempo abbiamo ottenuto l'attenzione di tutto il consiglio provinciale su questo tema. Da domani dobbiamo lavorare insieme, vagliando ogni strada possibile, per arrivare ad una soluzione che migliori il bando e dia risposte alle lavoratrici. Non lascerà intentata nessuna possibilità».

IL DISPOSITIVO EMENDATO