Per una politica concreta contro la violenza di genere

463 denunce e 192 “ammonimenti” sono i numeri essenziali che raccontano la gravità di una violenza sulle donne nell’anno 2022 in Trentino. Si tratta di dati elaborati dalla Provincia e che restituiscono un quadro oltremodo allarmante circa il deteriorarsi dei rapporti individuali e sociali, posto che si tratta solo della parte emersa di un iceberg ben più ampio, profondo e purtroppo nascosto.
Trento, 19 gennaio 2024

Alla luce di questa situazione e della distribuzione per aree geografiche delle denunce e degli ammonimenti, se Trento è indubbiamente la macroarea con il maggior numero di reati, Riva del Garda è seconda e poi a seguire Cavalese, Cles, Rovereto e Borgo Valsugana a dimostrazione della diversità di propensione alla denuncia fra centro e periferie del territorio. La Provincia ha quindi erogato contributi per l’istituzione e la diffusione sul territorio di un “Centro Antiviolenza”, con sede a Rovereto e ramificazioni periferiche a Cavalese e Cles. 

A tale proposito, il Gruppo consiliare del PD del Trentino ha sottoscritto – prima firmataria Michela Calzà – una mozione che impegna la Giunta provinciale a sostenere l’apertura di nuovi sportelli periferici del “Centro Antiviolenza”, soprattutto in zone ad alta intensità di vulnerabilità sociale; a  finanziare le attività del Servizio Sociale nelle Comunità di Valle per coordinare la rete della varie realtà operanti e ad assegnare al medesimo Servizio la regia dei Comuni nell’identificare le sedi opportune per i nuovi sportelli ed, infine, a chiedere agli Uffici giudiziari di Trento e Rovereto i dati relativi alle archiviazioni, alle misure cautelari e ad ogni sentenza nell’ultimo triennio per reati di genere, per definire il quadro dell’effettiva incidenza sociale di questo spaventoso fenomeno.

 

IL TESTO DELLA MOZIONE