Il Pd a Dellai: l'Upt decida con chi stare

Non si è fatta attendere la risposta del Pd alla proposta di Lorenzo Dellai che auspica la nascita di un «campo democratico». Secondo la segretaria Giulia Robol «in Trentino c'è una coalizione anomala con Pd, Upt e Patt. L'Upt deve chiarire se il suo riferimento nazionale vuole che sia il Pd o no».
L. Patruno, "L'Adige", 4 giugno 2014


Dopo il successo di Renzi alle Europee, Lorenzo Dellai guarda al Pd con occhi diversi. Ieri all'Adige ha detto che pensa che possa nascere un'intesa politica più forte di una coalizione, tra il Pd e i cattolici-democratici, che come lui non hanno voluto aderire al quel partito e invita Renzi a creare un «campo democratico» per consolidare il consenso.

«Leggo positivamente le parole di Lorenzo Dellai che parla della costruzione insieme di un "campo democratico" sia a livello nazionale che trentino, ma non posso non notare che lui parla in un modo, però nell'Upt che è il suo partito ci sono posizioni diverse. Al congresso ho sentito parlare dalla segretaria di partito territoriale con il Patt senza riferimenti nazionali».  Giulia Robol, segretaria del Pd trentino, commenta così le parole dell'ex governatore e oggi deputato Lorenzo Dellai che ieri in un'intervista all' Adige  si è augurato che Matteo Renzi allarghi l'orizzonte del Pd per realizzare assieme ad altri un «campo democratico» che consenta di consolidare nel centrosinistra il consenso raccolto dal Pd alle Europee.

«Per me - aggiunge Robol - il "campo democratico" esiste già. Renzi ha avviato un processo di cambiamento del Pd non relegandolo al consenso di sinistra quindi è naturale che si rivolga a una platea più ampia, ma non penso che lui sia concentrato sulla somma di forze politiche tradizionali, parla all'elettorato direttamente, e un po' "all'americana", a un grande partito per semplificare il quadro».

Riguardo alla situazione trentina però Robol dice: «In Trentino c'è una coalizione anomala con Pd, Upt e Patt. L'Upt deve chiarire se il suo riferimento nazionale vuole che sia il Pd o no. Mi auguro che voglia maturare insieme una visione, un approccio sui problemi, se no rischiamo che il livello nazionale superi quelli provinciale».

Il vicepresidente della Provincia,  Alessandro Olivi, dichiara: «Del ragionamento di Lorenzo Dellai prendo la parte più sfidante: è vero, il centrosinistra deve guardare non all'oggi ma a una prospettiva medio-lunga. Deve investire su uno schema nuovo. Nel successo del Pd e di Renzi vedo realizzarsi l'idea di un grande partito popolare con il Pd luogo di incontro di culture riformiste e cattoliche, un po' l'evoluzione della Margherita prima impostazione come pensata da Dellai».
«Ora, in Trentino - prosegue Olivi - è chiaro che un partito territoriale nella concezione del Patt e di Panizza non può funzionale in un contesto politico come questo. Io dico invece sì a un "campo democratico" in cui si riconosca che il Pd è il baricentro, il soggetto federatore di un'area più vasta, il punto di raccordo di qualcosa che va oltre il Pd. Per questo dovremo aprire il confronto in primis con l'Upt per creare anche in Trentino questo progetto politico che non può che basarsi su una condivisione delle cose da fare».

Il vicepresidente Olivi si differenzia dal presidente autonomista Ugo Rossi, per il quale è centrale per il rilancio dell'autonomia la riforma delle Comunità di valle, e dice: «Per me la riforma fondamentale è quella della Provincia non delle Comunità di valle. Il problema è l'ipertrofia della Provincia e la non capacità di realizzare un vero decentramento. Eliminare l'elezione nelle Comunità e mantenere i tre livelli non cambia le cose. Noi dobbiamo prima trasformare la Provincia rendendola più efficiente e capace di dare risposte rapide alle imprese che vogliono fare. Gli altri due temi prioritari - conclude Olivi - sono la capacità attrattiva di investimenti innovativi che dobbiamo potenziare per compensare il «buco» di 800 milioni di soldi provinciali, che ci mancano per i tagli statali; e infine il sistema di transizione tra la scuola e il lavoro. Il confronto su questi temi potrà essere il test di questo "campo democratico"».