Pd: «Non siamo noi l'anello debole»

«Diciamo che abbiamo dimostrato che non siamo noi il problema della coalizione, come i nostri alleati dicevano con preoccupazione nei giorni successivi alle primarie». Roberto Pinter ha lunga esperienza in politica e pure spalle larghe: in fondo l'attuale presidente del Pd era l'unico che, ai tempi della prima giunta Dellai, riusciva a tenergli testa quando al governatore venivano «i cinque minuti».
D. Battistel, "L'Adige", 21 settembre 2013

Figuriamoci, allora, se lo impressionano gli sfoghi dell'attuale capogruppo di Scelta Civica alla Camera in merito alla pubblicazione del sondaggio («ma non sarà mica un sondaggio quello!!!» lo sfogo dellaiano) commissionato dal Pd che mette in luce le difficoltà dell'Upt. «È inutile prendersela con un partito come se avesse attuato un'iniziativa politica con l'obiettivo di fare male ad un alleato. Non è così». 
Eppure Dellai sottolinea che il Pd, per fare uno sgambetto all'Upt, rischia di mettere in cattiva luce tutta la coalizione. Per questo non doveva essere pubblicato. Un sondaggio lo fai per avere qualche indicazione. Ed è ovvio che quando gira all'interno del partito prima o poi esce. Dunque ci sembrava molto più trasparente renderlo pubblico. Noi non avevamo intenti punitivi, anzi. Il sondaggio serviva a chiarire a noi stessi se era vero quello che si diceva dopo l'esito delle primarie, e cioè che il problema della coalizione era il Pd. Credo che sia dimostrato che non è così e questo dovrebbe fare contenti gli alleati. 
Anzi, il sondaggio ha dimostrato che se, al momento c'è un anello debole, quello è l'Upt. Ma come dice lo stesso Dellai la forza dell'Upt, per delle dinamiche comprensibili, si mostra quando scendono in campo i candidati in persona. Per questo dico che considerarlo un attacco politico mi pare del tutto sbagliato. Credo che di questo sondaggio sia più giusto darne una lettura politica. Oltre tutto non penso che la gente cambi il suo voto in base al sondaggio. 
In ogni caso l'Upt non ne esce bene. Capisco che l'esito di un sondaggio possa risultare motivante o deludente per le persone coinvolte. Ma siamo all'inizio del percorso e la campagna elettorale è fatta proprio per questo. 
Se Dellai fosse stato al vostro posto e il sondaggio avesse mostrato un'Upt in salute e un Pd in difficoltà ritiene che l'ex governatore l'avrebbe diffuso? Credo di no. Ma, ripeto, a noi serviva per sapere che aria tira per noi. 
Soddisfatto della vostra performance? Direi che per noi tutto sommato tira aria buona. Ma anche per quanto riguarda la coalizione direi che la situazione è positiva. Ritengo che per il nostro candidato presidente che, con tutto il rispetto per lui, non ha la storia di Dellai, nel senso che è meno conosciuto, sia una buon risultato. Sinceramente io mi aspettavo che la polarizzazione sulle due facce, Rossi contro Mosna, favorisse il nostro avversario che è più noto al pubblico. 
E il 17 per cento di Grisenti? Un risultato tutto da verificare, anche perché è stata fatta una domanda in cui Progetto trentino era l'unico partito presente per la coalizione di Mosna. Abbiamo messo solo loro perché, non essendo una sigla conosciuta, volevamo essere sicuri di ciò che chiedevamo agli intervistati.