«Costi della politica, diamo l'esempio»

Quando si parla di taglio dei costi della politica, tutti guardano nelle tasche degli altri. Anche per questo l'obiettivo di due disegni di legge regionali paralleli è di arrivare ad una riduzione dei costi della politica su tutti i livelli: per la Regione, le due Province, le Comunità di valle trentine e i Comuni trentini e altoatesini.
"L'Adige", 21 maggio 2012

La giunta regionale, guidata da Lorenzo Dellai, e l'ufficio di presidenza del consiglio regionale, con la presidente Rosa Thaler, puntano ad una risparmio di almeno il 10% (l'Adige del 18 maggio).
Non mancano tuttavia le resistenze e molti sindaci chiedono che prima la scure si abbatta su chi gode di indennità maggiori, dunque sui consiglieri regionali. Il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, pure condividendo l'idea di una proposta complessiva, invita ad accelerare i tempi della riforma. «Altrimenti - dice - si rischia una frattura sociale. Dobbiamo dare un segnale forte alla società civile, la politica e le istituzioni devono recuperare autorevolezza. Siamo in una situazione difficile, destinata a peggiorare dal punto di vista sociale, economico e politico: per questo io credo che dovremmo partire. Diamo il buon esempio noi consiglieri regionali e poi trasciniamo anche gli altri. Diamo quell'esempio di buon governo che ha sempre contraddistinto la nostra autonomia».
Per quanto riguarda i tagli dei Comuni, l'assessore regionale agli enti locali, Roberto Bizzo che ha elaborato alcune ipotesi di riduzione, attende che sia il Consorzio dei comuni ad avanzare la propria proposta: «Penso che nelle due Province si possano fare interventi diversi perché il quadro degli enti locali non è lo stesso: se in Trentino è virtuoso tagliare il numero dei consiglieri e assessori comunali, visto anche l'alto numero di Comuni, in Alto Adige, questo rischia di pregiudicare la rappresentanza dei tre gruppi linguistici», aveva detto Bizzo. Poi, se ciò non dovesse succedere, la Regione procederà per quanto di sua competenza.
 Una tesi che Dorigatti sottoscrive: «Credo che sia giusto lasciare uno spazio di autonomia ai Comuni e avere uno spazio partecipato». Il presidente Dorigatti mette invece in guardia dai tagli al numero di consiglieri regionali, già avvenuti per esempio in Sicilia o Sardegna, passati da 35 a 27.
Io ritengo che questo sarebbe uno sbaglio, sia perché a Bolzano si aprirebbero dei problemi di etnie sia perché le due province autonome hanno competenze superiori alle altre regioni».
Meglio, secondo Dorigatti, agire su altri fronti. Tenendo conto anche dell'impatto che hanno sulla percezione dei cittadini. «Credo che anche i consigli provinciali possano fare di più per eliminare quelli che sono visti come i "privilegi della casta". Altrimenti non possiamo chiedere ai Comuni e alle Circoscrizioni di seguirci e fare altrettanto. Solo in questo modo potremo recuperare autorevolezza, in un momento straordinario, che richiede trasparenza e segnali forti».
E proprio la difficile situazione economica e gli attacchi sempre più aggressivi contro le autonomie speciali, secondo Dorigatti, richiedono l'unitarietà della Regione. Un ente che va sicuramente ripensato, ma senza cedere alla tentazione di dare vita a due Regioni, ammonisce. «Sicuramente dobbiamo pensare ad una nuova Regione - dice - ma va ripensata in un quadro unitario. Ho sentito con preoccupazione le dichiarazioni di Durnwalder, che vorrebbe fare due Regioni: del Trentino e dell'Alto Adige. Su questo tema dobbiamo fare la massima attenzione, perché noi verremo spazzati via se davvero si arrivasse a questa soluzione. Ripeto, dobbiamo ripensare la Regione, ma la strada non è quella di scioglierla e dare vita a due Regioni. Serve una proposta unitaria».