Partito pagina 55

Per una nuova visione di società

In merito all’intervista che ho rilasciato ieri sul Trentino, intervengo qui per meglio spiegare alcuni suoi passaggi chiave con l’auspicio di chiarire, spero una volta per tutte, la mia posizione di segretaria provinciale del PD del Trentino e il ruolo degli organi dirigenti dello stesso. Senza ripercorrere gli ultimi mesi di attività politica che hanno avuto come risultato il successo del Partito Democratico del Trentino e della coalizione di centro sinistra autonomista, dove questa si è presentata compatta nella maggior parte dei comuni del Trentino, oggi ci troviamo a fare un ulteriore sforzo per affermare la nostra maggioranza nei quattro comuni dove non siamo riusciti a eleggere i nostri candidati sindaci al primo turno.
Giulia Robol, 14 maggio 2015

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"Coalizione vincente, ma servono idee nuove. L'Upt si avvicini al PD"

"Alla forza nazionale corrisponde una certa inadeguatezza dell'offerta a livello locale. Il rischio da cui dobbiamo guardarci come la peste è che dietro il consenso nazionale si scateni una guerra tra dirigenti per impossessarsi del brand vincente. L'esempio di Fi ci dice che quando l'immagine nazionale si sgonfia e il radicamento locale manca, tutto svanisce molto rapidamente. In Trentino da un po' di tempo si va avanti per forza d'inerzia, ricorrendo a un patrimonio d'idee accumulato nel passato".
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 14 maggio 2015
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PD: "Il vento del nazionale non basta”

Dorigatti: "Bisogna partire dall'idea di società che abbiamo, perché se continuiamo a dire che le idee non contano più e c'è solo l'amministrazione, per quella vanno bene anche le liste civiche e si è visto. Il congresso definirà finalmente una linea politica". Manica: "Chi pensava si dovesse vivere del vento nazionale deve rifarsi i conti. La soluzione è una: bisogna radicarsi sul territorio con un gruppo dirigente in cui la gente possa riconoscersi. Lavis caso esemplare, a Mori si paga la scelta scellerata del Patt di andare con il centrodestra. A Storo, Brentonico e Rovereto paghiamo la litigiosità interna".
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 13 maggio 2015
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Il Patt fa il suo mestiere, è il Pd che deve scattare

Il voto del 10 maggio rappresenta una tappa molto importante per i tre partiti della coalizione di centrosinistra autonomista, che in assenza di un reale competitor, il centrodestra, misurano le reciproche forze e lanciano in modo anche piuttosto individuale progetti politici di respiro più lungo, di cui all'esito delle urne si verificherà la reale applicabilità. Le diverse prese di posizione emerse sulla stampa, da parte del segretario del Patt Panizza, stigmatizzano, qualcuno dice come improponibile, un progetto che in realtà, a mio giudizio, il Partito Autonomista sta perseguendo da diverso tempo e che è tutto fuorché una boutade elettorale.
Giulia Robol, "L'Adige", 30 aprile 2015

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«Partito dei Trentini? Un'idea vecchia»

Il partito dei Trentini? Un'idea «vecchia e superata» che non serve per rendere competitivo il Trentino con gli altri territori. Alessandro Olivi, vicepresidente della giunta provinciale ed esponente del Pd, risponde a muso duro alla proposta lanciata ieri dal segretario e senatore del Patt, Franco Panizza. Annunciando una vicina assemblea programmatica, Panizza ha chiarito di voler lanciare una nuova fase del Patt che diventerebbe di fatto l'alternativa al Pd, dando risposte a tutti gli elettori che si sentono prima di tutto trentini.
"L'Adige", 23 aprile 2015

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Robol: «Pd, partito nazionale un valore non una sfortuna»

INTERVISTA A GIULIA ROBOL - «Le fibrillazioni tra i partiti della coalizione ci stanno in occasione di un appuntamento elettorale, perché rientra nella sana competizione: così il Patt sul tema dell'autonomia e il Cantiere Civico con le sue rivendicazioni di un elettorato moderato intermedio, attraverso la figura di Lorenzo Dellai, ma è scorretto parlare del Pd come di un partito centralista, perché il Pd è un partito territoriale con un valore aggiunto che è il legame forte con il livello nazionale».
"L'Adige", 16 aprile 2015

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Io credo ancora nei partiti

Sta andando in onda in queste settimane una serie televisiva che ha suscitato un notevole interesse: il cuore del racconto sono i fatti che hanno portato all'inchiesta di Tangentopoli e alla fine della «Prima Repubblica». È in quegli anni che comincia a deteriorarsi la fiducia nei partiti quale forma organizzata della vita politica, travolti dagli scandali. L'Italia non ha ancora fatto i conti con quella fase drammatica della sua storia, ma una cosa possiamo certamente riconoscerla: da allora la stessa parola «partito» ha perso la sua carica positiva, finendo addirittura per essere sostituita da altre varianti.
Bruno Dorigatti, "L'Adige", 14 aprile 2015

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Segreteria provinciale - rassegna stampa

- Scalfi: «Pd ostaggio di Robol, si dimetta»Manica: «Investitura debole, serve il congresso», "Trentino", 3 marzo 2015

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