Olivi: «Il vero aiuto alla natalità: un grande piano per l'occupazione femminile»

Vorrei lanciare una proposta chiara e sfidante alla Giunta provinciale: per le donne con figli tra 0 e 3 anni eleviamo fino a 15.000 euro (dai 4.000 attuali) la soglia dei redditi che non vengono considerati ai fini Icef, e aumentiamo comunque ulteriormente le attuali deduzioni per tutte le mamme che lavorano.
Alessandro Olivi, 3 dicembre 2019

Lo propongo oggi non solo perché in questi giorni va in scena il Festival della Famiglia, ma perché la Provincia ha la possibilità, proprio su questi temi, di liberare risorse a bilancio per circa 8 milioni di euro. La scelta del Governo nazionale di muovere passi decisi nella direzione degli sgravi, delle forme di sostegno alla natalità, dell’integrazione al reddito delle famiglie, consentirà infatti alla Provincia di Trento di rilanciare, cogliendo al volo l’inclusione di alcune di queste misure nei livelli essenziali delle prestazioni garantiti dallo Stato, per investire i soldi "risparmiati" in una direzione ben precisa: il lavoro femminile.

Gli studi dimostrano che i bonus, gli assegni e i kit sono utili ed importanti per le famiglie che i figli li hanno già, ma sono sostanzialmente inefficaci per fronteggiare quella che è la principale sfida demografica italiana: il calo della fertilità e della natalità. La proposta che faccio alla Giunta, a nome del Partito Democratico del Trentino, è dunque molto secca e molto chiara: non spezzettate quelle risorse in tanti rivoli, concentriamole invece in un piano straordinario a favore delle mamme che hanno figli piccoli e che lavorano.

In tutti i paesi d’Europa esiste infatti una comprovata correlazione tra crescita del lavoro femminile e aumento della natalità. Il Trentino stesso, che può vantare un tasso di natalità leggermente più alto della media nazionale, ha una percentuale di occupazione femminile un poco migliore di quella del resto del Paese. Dobbiamo insistere in questa direzione e la prossima discussione della legge di bilancio ce ne dà la possibilità, puntando appunto sull’incentivazione del lavoro femminile (elevando come detto fino al livello della retribuzione media annua lorda di una lavoratrice dipendente in Trentino la soglia dei redditi che non vengono considerati ai fini Icef) e potenziando i servizi educativi alla prima infanzia (asili nido e tagesmutter).