Nel Parco Adamello Brenta (patrimonio Unesco) al posto del sentiero spunta uno scempio. Zeni: ''Servirà al transito di piccoli trattori, Quad e altri veicoli a motore?''

Da tempo c'era chi spingeva per raggiungere Malga Spora (definita sui siti turistici ''una delle poche malghe in Trentino non raggiungibile con gli automezzi, pertanto una escursione perfetta per chi ama la vacanza green'') con una pista/mulattiera utilizzabile anche da piccoli veicoli a motore. Il Parco si è sempre opposto dando l'ok alla realizzazione di un sentiero non più ampio di 1,20 metri. Quello attuale, però, ne raggiunge anche di 3 di metri. Il consigliere del Pd interroga l'aula.
"Il Dolomiti", 29 settembre 2019

BRENTA. Una strada sta spuntando dentro il Parco Adamello Brenta patrimonio Unesco? Laddove c'era un sentiero che permetteva di raggiungere Malga Spora, ora è comparso un tracciato in alcuni punti largo circa 1,50 metri (nei tratti più stretti) e oltre 2 nei tratti più larghi (fino a 3 in alcuni punti), ''assumendo in tutto e per tutto le caratteristiche di una pista/mulattiera adatta al transito di piccoli trattoriQuad e altri veicoli a motore di poco ingombro''. La domanda e la segnalazione arriva dal consigliere provinciale del Pd Luca Zeni che due giorni fa ha depositato un'interrogazione in aula per sapere cosa sta succedendo. 

 Le immagini parlano chiaro e lasciano pochi dubbi e anche la storia che sta a monte della vicenda fa riflettere su quanto sta accadendo. Da sempre esistono, infatti, spinte per la realizzazione di una stradina in quel tratto di  Parco Naturale. Il territorio ospita diversi alpeggi e Malga Spora, posizionata nel comune di Spormaggiore, è uno di questi. Definita anche sui siti turistici come ''una delle poche malghe in Trentino non raggiungibile con gli automezzi, per tanto una escursione perfetta per chi ama la vacanza green in Trentino'' (raggiungibile, per esempio, da Andalo seguendo il sentiero 301 con un dislivello di 800 metri e un tempo di percorrenza tra le 3 e le 4 ore, così scrive visitdolomitipaganella.it) da tempo c'è chi vorrebbe trasformare quei sentieri che la raggiungono, per favorire la marcia dei bovini e anche l'arrivo di piccoli mezzi a motore. Negli anni una teleferica ha servito la malga portando in quota quanto strettamente necessario. Poi la tempesta Vaia l'ha abbattuta ed è tornata a farsi strada (in tutti i sensi) l'idea di costruire una pista.

 ''Nel frattempo - spiega Zeni nell'interrogazione - e già da parecchi anni, a Spormaggiore e Cavedago (comune proprietario di parte del tracciato seguito dalla teleferica e di un immobile situato a breve distanza dalla malga) in alcuni ambienti si è immaginata l’ipotesi della costruzione di una strada di accesso a Malga Spora, alternativa alla teleferica. Ipotesi che fortunatamente non si è mai concretizzata, anche perché in palese contrasto con la politica di tutela del Parco Naturale Adamello Brenta''. Poi, come detto, è arrivata Vaia e ''tra fine 2018 e inizio 2019 l’amministrazione comunale di Spormaggiore ha chiesto di modificare il tracciato del sentiero 302 e 301, che dalla località “Brenzati” di Spormaggiore raggiunge la malga, portandolo a una larghezza ben più larga dell’attuale, regolarizzandone il fondo e addolcendone i tornanti, in modo da favorire il transito dei bovini e da permettere il transito di piccoli mezzi a motore''. 

A quel punto i più attenti hanno cominciato a preoccuparsi e alcuni volontari hanno coinvolto la Sat locale e centrale e l’amministrazione del comune di Spormaggiore. ''Si tentava di far capire - spiega ancora il consigliere provinciale - che, considerando la delicatezza e l’unicità della zona di Malga Spora, la costruzione di una qualsivoglia via di transito per veicoli (anche piccoli) avrebbe aperto la strada a una futura escalation di ampliamenti, pretese e concessioni che rischierebbe di deturpare per sempre l’area Brenzati-Malga Spora, e pure la fruizione tradizionale della malga, che da secoli avviene a piedi, per gli esseri umani come per il bestiame che sale in alpeggio''.

 

 

Sotto Malga Spora
 
 
 
 
 
 
 

Nel corso di un confronto pubblico chiesto dalla popolazione, l’amministrazione comunale rilevava la mancanza di fondi per la teleferica, e informava rispetto alla proposta avanzata al Parco di sistemazione del sentiero, con modalità che a molti è parsa una vera e propria pista transitabile da alcune tipologie di veicoli a motore. Di lì a poco, esaminata la richiesta, il Parco Adamello Brenta bocciava la proposta iniziale del Comune, stabilendo che l’adeguamento del sentiero doveva sì favorire il transito dei bovini, ma non dovendo superare la larghezza massima di 1,20 metri e, nella pratica, non potendo essere modificato nel suo tracciato in misura tale da assumere le sembianze di una pista transitabile da veicoli a motore. Il Parco vietava la realizzazione di banchine a lato sentiero, come specificato nel parere Pnab di data 8 marzo 2019.

Eppure ad oggi (con i lavori partiti a inizio mese) le cose parrebbero già molto diverse da quanto esplicitamente scritto dall'ente parco. La stradina è già più ampia di 1,50 metri raggiungendo anche i 3 in alcuni tratti e le banchine sono state posate su alcuni passaggi. ''Nel progetto esecutivo - completa Zeni - peraltro pare non vi sia riportata alcuna necessità di dover procedere ad una pista così larga per eseguire i lavori, per poi ripristinarla nel rispetto dell’indicazione di 1,20 metri di larghezza massima indicati dal PNAB. Ricordiamo che nel corso di alcuni lavori di manutenzione straordinaria alcuni anni fa aveva lavorato sul percorso un ragno meccanico, senza necessità di allargare il passaggio''. Ora la palla passa al consiglio provinciale che dovrà rispondere chiaramente su quanto sta accadendo sotto Malga Spora e sulle ragioni di un mancato finanziamento di una nuova teleferica. 

Per Zeni è ''importante che uomini e animali continuino ad accedere all’alpeggio come è avvenuto per secoli, solo a piedi. Da sempre i 450 metri di dislivello del sentiero sono stati percorsi dal bestiame, ed esistono razze bovine (come la Grigia alpina o la Rendena, e altre a seguire) particolarmente adatte alla frequentazione degli ambienti alpini, tradizionalmente ripidi, e a pascoli tendenzialmente magri come è quello di Malga Spora. Si tenga inoltre presente che in Trentino vengono regolarmente monticati alpeggi serviti da sentieri ben più lunghi e impervi di quello dei Brenzati''. Insomma si spera che chi di dovere vigili per non perdere ''una delle poche malghe in Trentino non raggiungibile con gli automezzi, per tanto una escursione perfetta per chi ama la vacanza green in Trentino''.