Orsi e lupi, la consulta mette ordine in un dibattito confuso

Il presidente Fugatti si trova nella paradossale condizione di doversi rallegrare di una vittoria dei suoi avversari trentini sui suoi alleati nazionali.
Giorgio Tonini - Presidente Gruppo Consiliare Pd del Trentino, 16 luglio 2019

 

Mi auguro che la sua onestà intellettuale lo induca a riconoscere che la sentenza della Corte costituzionale, che ha respinto il ricorso del Governo Conte-Salvini-Di Maio, contro le leggi provinciali di Trento e di Bolzano sulla gestione dei grandi carnivori, approvate nella scorsa legislatura, è un’importante vittoria delle buone ragioni delle nostre autonomie speciali contro una concezione centralista e paternalista del rapporto tra Stato e Regioni e Province autonome. 

La Consulta ha dichiarato legittime “le norme che autorizzano il Presidente della Provincia ad adottare provvedimenti riguardanti il prelievo, la cattura e l’eventuale uccisione degli orsi e dei lupi, quando ricorrano le condizioni previste dalla normativa di derivazione europea in materia di conservazione degli habitat naturali. Questo potere è diretto a prevenire danni gravi alle colture, all’allevamento e a garantire la sicurezza pubblica, quando non esista altra soluzione valida, ed è subordinato al parere preventivo dell’ISPRA”. 

In poche righe la Corte costituzionale ha fatto chiarezza in un dibattito confuso, troppo spesso gravato da estremismi strumentali. La nostra Regione trentino-tirolese ha nel suo codice genetico la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio: un patrimonio di valore inestimabile, del quale fanno parte anche i grandi carnivori, e che abbiamo il dovere di trasmettere impregiudicato ai nostri discendenti. Ma di questo ambiente e di questo paesaggio la presenza umana è da millenni parte integrante. 

La nostra Regione non è l’Alaska, le nostre montagne sono da sempre abitate e coltivate dall’uomo e hanno nell’allevamento non solo una imprescindibile risorsa economica, ma anche un ineliminabile tratto identitario. Far convivere i valori dell’ambiente naturale con quelli della presenza umana in montagna è da sempre una delle ragioni e delle funzioni fondamentali della nostra autonomia. È un fatto di straordinaria importanza che la più alta Corte della nostra Repubblica lo abbia solennemente riconosciuto e riaffermato. 

Spetta ora a chi governa questa nostra terra dimostrare di disporre delle doti di equilibrio e saggezza che una responsabilità così grande e importante richiede.