«Il voto a Trento mandi un segnale a questo governo»

 Lei si tratteggia così: «Grande lettrice di gialli, in un'altra vita avrei voluto fare la regista». L'aspirante film maker è Giulia Merlo, ora protagonista principale (più che regista) della campagna elettorale per un posto da parlamentare a Roma alle suppletive, in rappresentanza del centrosinistra. Trentina, classe 1988, laureata in giurisprudenza a Roma, giornalista a il Dubbio, da sempre nel Pd, Merlo è in campo per provare a riconquistare il collegio del capoluogo.
G. Tessari, "Trentino", 20 maggio 2019

 

Al giro di boa dell'ultima settimana prima del voto, la candidata giudica la "mission" tutt'altro che impossibile. In questo colloquio spiega il perché.

Merlo che clima ha respirato in queste giornate a contatto con la gente? Mi sembra ci sia molta voglia di capire, di chiedere. E questo è riferito non solo a persone legate ai partiti, ma a gente comune che vuole capire, riguardo alla suppletive, di che cosa si parla esattamente. Ho voluto dare una mia impostazione alla campagna elettorale: quella di stare il più possibile ai gazebi, nelle piazze. Sono stata molto nelle valli del Noce per cercare di captare il pensiero delle persone. Ho avuto la sensazione che ci sia molta voglia di parlare, piuttosto che di stare ad ascoltare i candidati.

E chi si è avvicinato, principalmente, per parlare con lei? Le persone moderate, quelle che ad oggi non hanno ancora deciso per chi votare. Tanta gente che mi dice di non gradire la politica urlata della Lega. Un approccio ispirato alla politica nazionale, alla Salvini, ma che qui non incontra i favori di quanti mi hanno avvicinato in queste settimane. Questo me lo ha restituito anche il fatto di aver scelto di andare in posti che non sono quelli classici degli incontri a sfondo politico.

Ha deciso di fare una campagna elettorale on the road... Infatti. Ho scelto poche sale al chiuso, sono stata nelle strade, nelle piazze. In luoghi non canonici. Dove si ha questo tipo di ritorno. Ho fatto molti gazebi a Cles, in valle di Sole. Ho preferito dare l'avvio al dibattito ma poi stare ad ascoltare.

E a che Trentino ha tastato il polso? Contento, preoccupato? Ho colto preoccupazione soprattutto in alcuni mondi specifici, come quello della Cooperazione. Ed ho incontrato molte persone preoccupate per come si sta muovendo la giunta. Un esempio? I tagli alla cooperazione internazionale: le associazioni hanno dei grossi timori, in particolare sul piano culturale per l'impronta che è stata data dall'amministrazione Fugatti. Ma ho raccolto le perplessità anche di molti amministratori, di sindaci. Sulle riunioni itineranti della giunta.

Ma come? I sindaci non hanno apprezzato le visite a domicilio dell'esecutivo provinciale, un classico ormai del venerdì? Mah, mi hanno riferito di una semplice operazione ascolto. Che si conclude però con un "Vi faremo sapere, ci informiamo". Non ci sono quelle risposte che gli amministratori attendono.

E sul piano nazionale, lei si propone per un seggio al Parlamento, che cosa si sente di dire? Mi è stato riportata spesso la stanchezza ed il fastidio per una politica che fa leva sulla paura. A molti pare mera propaganda e si avvertirebbe piuttosto la necessità di tornare a parlare di temi concreti. Progetti di lungo-periodo, come quelli legati all'ambiente. Ho discusso molto di green economy.

Pare di capire che si sia trattato di una campagna su toni distesi o no? Beh è una campagna nazionale ed io, per carattere, non mi muovo in opposizione sempre e comunque. La ricerca della polemica personale non mi rispecchia assolutamente. Credo però che queste suppletive in Trentino possano essere un grosso ed importante test per un governo che spero duri il meno possibile.