La sinistra non è finita. La nostra società ha ancora tanto bisogno di quegli ideali

Come mai così tanta paura, intolleranza e poca solidarietà verso lo straniero? Dichiarazioni di chiusura, di allontanamento e di abbandono sono all'ordine del giorno da parte della destra di governo. Toni forti, parole dette con superficialità, indifferenza su quanto sta accadendo, puro egoismo. E soprattutto poca conoscenza dell'argomento.
Roberto Gabrielli, 21 giugno 2018

 

Come fanno a sapere tutto, a dare sempre una risposta, a trovare una soluzione a tutto? Impossibile perché ogni cosa andrebbe studiata, conosciuta nei dettagli e per far questo ci vorrebbe tempo e pazienza. Pazienza che la destra non ha perché parla solo alla pancia della gente, spesso senza riflettere, senza misurare i toni e senza rendersi conto delle possibili ripercussioni sulla nostra società civile, usa parole forti solo per ottenere maggior consenso, parole spesso piene di odio e slogan ad effetto, dichiarazioni razziste. Purtroppo la storia si ripete come ricorda Vincenzo Passerini nel suo libro "Ricordati che sei stato straniero anche tu", poche pagine ma scritte con cura, mai una parola lasciata al caso.

Tra le tante cose, nel libro ricorda l'emigrazione di migliaia di Trentini tra l'ottocento e il novecento nel Vorarlberg e le parole di chiusura, di paura, timore e odio che gli stessi austriaci usavano nei confronti dei trentini che venivano descritti come persone "pericolose", giunte in Austria per "rubare" il lavoro agli austriaci oltre ad altre falsità. Ricorda anche come fossero piene le carceri francesi e svizzere nel secondo dopoguerra di emigrati trentini, perché l'emigrazione si porta dietro disperazione, solitudine ed emarginazione. In una lettera scritta dal missionario Alex Zanotelli, con cui si apre il libro, si legge: ...."E' inaccettabile che la vita di un essere umano abbia meno valore di una presunta sicurezza e impermeabilità delle frontiere di uno stato. E' inaccettabile che una decisione politica vada riempiendo di tombe il cammino che i poveri percorrono con la forza della speranza. E' inaccettabile che merci e capitali godano di più diritti dei poveri per entrare in un paese.".... Frasi che vorrei sentir dire dai nostri politici. Slogan che andrebbero urlati a chi non vuol sentire, a quella destra di governo a cui non importa nulla della solidarietà e di cosa sta accadendo a qualche migliaio di chilometro da noi. Spesso, nei suoi discorsi, il ministro Salvini ricorda che è un padre di famiglia e le sue politiche "di chiusura" le fa anche per garantire un futuro migliore ai propri figli. Nel sentirlo, ogni volta sorrido e mi diverto ad immaginare i suoi figli diversi da lui. Per quale motivo dovrebbero rimproverare i loro vicini di banco a scuola di essere stranieri? Per quale motivo dovrebbero aver paura di loro? Per quale motivo non dovrebbero essere loro amici? Solo perché arrivano da terre lontane? Li immagino che giocano con loro, scherzano, discutono e sognano una società civile diversa da questa, più aperta, solidale e fatta di pace.

Mi chiedo anche dove sia in questo momento la sinistra, quella vera. Quella che nel passato scendeva in piazza in difesa dei più deboli e dei meno fortunati, quella che dava speranza a milioni di persone. Che fine a fatto quella sinistra?Troppo facile rispondere che la sinistra non esiste più e che non esiste più distinzione tra sinistra e destra. La distinzione c'è e come, c'è una differenza enorme tra le due parole. E sono orgoglioso di essere nato e cresciuto in un ambiente famigliare di sinistra, attento al prossimo, solidale con il bisognoso, capace di accogliere in casa anche amici stranieri. La sinistra non è finita. La nostra società ha ancora tanto bisogno di quegli ideali.