Profughi a San Lorenzo dopo le urla le proposte

C'era tutto il Banale alla serata informativa indetta dal comune di San Lorenzo Dorsino e Cinformi per informare sull'arrivo dei profughi a San Lorenzo. Oltre 300 i presenti al teatro comunale, scelto dal comune al posto della più ristretta aula consiliare. Incontro double-face, a una prima parte di contestazione e ostilità è seguita la seconda, più riflessiva e densa di proposte di inserimento. Alla pancia è seguita la riflessione pacata.
"Trentino", 13 aprile 2018

 

 

Aldilà delle contestazioni e delle grida quello che prevale è la constatazione che a San Lorenzo non manca la voglia di ospitare, ci sono le premesse per l'accoglienza, bisogna però creare le condizioni. L'apertura della serata è alla luce delle informazioni, la prolusione dell'assessore provinciale Luca Zeni getta parecchia acqua sul fuoco delle contestazioni: «Invito la popolazione a puntare sulla lucidità e sul coinvolgimento, l'inizio è stato traumatico in tutte le comunità trentine! Ma non dobbiamo fermarci a questo, semmai elaborare una strategia di accoglienza». Il modello trentino di suddivisione dei richiedenti asilo, per l'assessore Zeni, è efficace. «Lo abbiamo predisposto due anni e mezzo fa e possiamo dire che funziona, la Provincia vuole evitare le grandi concentrazioni di persone, come succede in Lombardia o in Veneto - spiega al Trentino - purtroppo chi lo contesta, non presenta mai un modello alternativo. Così è successo a San Lorenzo che secondo me rappresenta un'anomalia. Per sette persone è stato caricato l'ambiente di preoccupazioni. Mercoledì sera abbiamo spiegato la sostenibilità del nostro progetto, che prevede anche il coinvolgimento di enti e associazioni locali.

Al di là degli esagitati, abbiamo portato l'esperienza di altre zone del Trentino che hanno accolto e integrato i richiedenti asilo in vari progetti». Sul tavolo dei relatori per Cinformi Claudia Di Dino e Andrea Cagol sono a disposizione per fornire le richieste su tempi, tutele e controlli dei richiedenti asilo.Contestazioni da parte degli attivisti di Casa Pound e del loggione, che sottolinea la volontà di rifiuto, a stento incanalata dal vice sindaco Rudy Margonari. Il consigliere provinciale Walter Kaswalder porta i dati di spaccio droga tra i profughi e di pericolosità di simili presenze. Il neodeputato della Lega Diego Binelli ricordando la sua interrogazione invita il Comune a tener presente la volontà della popolazione con un referendum, «per superare una scelta calata certamente dall'alto!» Ivo Rigotti a nome dei vicini di casa - cui va la solidarietà di tutti per l'atto intimidatorio - esprime la preoccupazione per la presenza dei profughi nel B & B «che non è affatto predisposto per ospitare comunità per un periodo lungo, per di più col pericolo di atti ostili fuori dalla porta di casa». Sergio Cornella, titolare dell'Albergo San Lorenzo limitrofo al "b&b", esprime i timori degli operatori turistici e chiede lumi sulle assicurazioni del b&b: «Nessuno ci ha informato, legittimi i timori e le preoccupazioni».Proposte. Il sindaco Albino Dellaidotti rileva l'azione di informazione messa in atto dal Comune e perora la causa della riduzione di numero proponendo un sopralluogo alla "Casa di Wilma", per venire incontro ai timori espressi dai vicini. Valter Berghi, già sindaco e capogruppo di minoranza, avanza la proposta di dividere i profughi per evitare la concentrazione e favorire l'accoglienza. Per questo propone un comitato di abitanti che si assuma l'onere di gestire la gestione dei migranti: «San Lorenzo rischia di fare una brutta figura in questa faccenda dei profughi: il paese non è niente affatto ostile, ma è ospitale come è nelle sue tradizioni».

Per gli abitanti, Pierluigi Zambanini riporta l'esperienza di inserimento riuscito a Villa Banale, mentre Gianni Bellutti esprime solidarietà ai vicini di casa a avanza proposte di inserimento: perché Andalo e Molveno, privi di profughi, non accettano di inserire quelli del Banale nel settore turistico? Ilaria Pedrini riporta l'esperienza molto positiva del Chiese («una magnifica opportunità umana»). L'augurio finale del sindaco è che dall'assemblea parta un progetto di condivisione a supporto dell'inserimento.