«Pd via dagli uffici, vada nelle fabbriche»

Trovare un segretario che sostituisca il dimissionario Italo Gilmozzi sarà una sorta di mision impossible per i Dem? Per Elisabetta Bozzarelli l'assemblea del Pd di stasera dovrà prendere il sacco per la cima: «Sì, è inutile stare a fare altri sofismi, a cercare alchimie che ci farebbero perdere tempo. Non ci serve un altro segretario, occorre resettare tutto. Aprire una fase costituente. Cambiare nome, simbolo e soprattutto strategia: serve uscire da uffici ed ufficietti e tornare fuori dalle fabbriche» osserva la consigliera comunale.
G. Tessari, "Trentino", 9 marzo 2018

 

Che il clima non sia idilliaco nel Pd non è certo una novità. L'aver ipotizzato un «duello» per la segreteria tra l'assessore Olivi ed il consigliere provinciale Civico, voce raccolta proprio in Consiglio (e suffragata da un lungo post di buone intenzioni affidato ai social proprio da Civico) ha prodotto una smentita ufficiale, anzi "categorica" con comunicato inviato a decine di utenti. Anzi Civico, con la doppia firma di Olivi, nega che ci sia un faccia a faccia: «Nessun duello interno. La sfida non é dentro il Pd. La risposta al voto di domenica non può essere in alcun modo la sola dialettica interna. Smentiamo quindi categoricamente di essere impegnati in duelli personali che riteniamo inutili, dannosi ed immotivati. Rimaniamo invece in ascolto innanzitutto dell'assemblea di domani (oggi) organo sovrano del partito, che dovrà indicare la traiettoria». Ecco.

Quale traiettoria, dunque, potrebbe essere utilmente seguita senza «inutili, dannosi ed immotivati duelli»? «Dal coordinamento dell'altra sera mi pare che sia emersa da parte di tutti la consapevolezza della batosta politica che abbiamo preso. Non mi sembra che ci siano le condizioni per mettere in atto una resa dei conti interni. Civico? Credo che lui, più di se stesso, parlasse della necessità di cambiare, di rinnovare. Ed infatti la proposta mi pareva quella di un congresso».

Per Bozzarelli una soluzione comunque insufficiente: «Io vedo invece necessaria una proposta più radicale. Un errore andare a celebrare un congresso tra "quattro amici al bar", tra virgolette. Noi abbiamo invece l'esigenza di andare a far risorgere i valori di una grande storia, delle nostre radici profonde. Si deve riaprire il gioco democratico, ci dobbiamo rivolgere alla nostra comunità: chiedere se si vuole accettare una scommessa. Come fare? Lascio ad altri mettere a punto i passaggi regolamentari»