Populismo, le preoccupazioni di Calenda: «Serve continuità, no al polo del folklore»

 L’Italia ha bisogno di «continuare il lavoro serio, di fronte a problemi complessi», di consolidare l’uscita dalla crisi. Non delle proposte del «fronte irresponsabile», dalla Lega e Fi ai 5 Stelle, che rischiano «di far tornare indietro il Paese». Carlo Calenda, ministro uscente allo sviluppo economico, arriva in Trentino per un doppio appuntamento, sia elettorale che istituzionale. Al bar Marinaio appoggia il candidato e «amico» Lorenzo Dellai, in mattinata incontra gli industriali.
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 1 marzo 2018

Per il dirigente d’azienda «prestato» alle istituzioni le due cose sono legate: la politica è politica industriale. «Sostengo convintamente il centrosinistra — esordisce — e una persona che ha lavorato seriamente per il territorio e per l’Italia e che continuerà a farlo» dice di Dellai. Calenda loda anche Gentiloni: «Spero possa continuare, mantiene il Paese sulla strada delle riforme e dà un senso di rassicurazione e unità. Il Paese è in un crocevia difficile, pericoloso». Anche perché di fronte, prosegue, c’è «il fronte degli irresponsabili»: «La flat tax (proposta da Forza Italia e Lega, ndr) è folklore. Così come la tassa sui robot, noi le macchine le produciamo. La superficialità e l’incompetenza del fronte populista rischiano di mandare l’Italia a gambe all’aria, di riportarla dentro la crisi. Salvini ha mentito agli operai di una fabbrica in difficoltà (la Ideal Standard, ndr) dicendo che si sarebbe impegnato».

Sul caso Embraco, l’azienda in crisi del gruppo Whirlpool, precisa: «Ci stiamo lavorando moltissimo. Il paracadute introdotto dal governo c’è, ora bisogna risolvere la situazione». Una battuta sul decreto Lorenzin: «La battaglia contro le vaccinazioni è indegna di un Paese civile».

Calenda lascia la parola a Dellai, prima di intrattenersi con lui e gli altri candidati di Civica popolare-Upt (da Mellarini a Passamani): «Questa è una campagna elettorale molto gridata – afferma il deputato –. Ma sono fiducioso, i trentini stanno capendo qual è la politica seria, che dà risposte: quella del centrosinistra autonomista e dei suoi candidati».

Si parla invece del lavoro fatto dal ministero dello sviluppo economico durante l’incontro in mattinata a Palazzo Stella, con l’assessore provinciale Alessandro Olivi (Pd), il presidente di Confindustria Giulio Bonazzi e il direttore Roberto Busato. Il ministro richiama gli interventi adottati: il taglio a Irap e Ires, la misura sugli imbullonati, il piano per il Made in Italy, quello Industria 4.0. «Abbiamo rimesso in moto la manifattura. Nel 2017 la produzione industriale è cresciuta del 3%, il fatturato dell’industria del 5%, l’export del 7,4%, meglio di Francia e Germania. Se rimanessi potenzierei il piano Industria 4.0 con iperammortamenti e credito d’imposta».

Rivolto al Trentino ha aggiunto: «Qui gli investimenti delle aziende sono cresciuti del 30%, più della media nazionale. Questa terra ha bisogno di esportare di più. C’è un problema di snodo logistico che ha che fare con il Brennero, la rotaia e la presenza di Verona». Definito «drammatico» il tema della carenza di diplomati e laureati per le imprese: «Abbiamo lavorato per raddoppiare a 100.000 gli iscritti agli istituti tecnici in Italia, perché il lavoro per loro c’è. Ma il problema esiste e va affrontato anche nella prossima legislatura. Senza competenze il manifatturiero non cresce».

A Calenda è stato illustrato il progetto del Polo Meccatronica e del laboratorio ProM e il Digital innovation hub a Palazzo Stella. Soddisfatto Olivi che sottolinea come la realtà trentina abbia anticipato le mosse nazionali. Sul caso della riconversione Whirlpool a Spini di Gardolo e poi su formazione e investimenti. «Nell’accordo Provincia-Università si potrà parlare di lauree brevi vicine alle esigenze del mondo produttivo» afferma l’assessore. E la Provincia punterà sugli «accordi trilaterali» (governo, territori, privati) per gli investimenti dai 5 ai 10 milioni delle aziende. «Sono in pratica le nostre procedure negoziali. Ne parleremo per meccatronica, agroalimentare, distretto, per il rilancio o l’attrazione di imprese».