Tonini: «L’en plein è possibile. La mia deroga? Ero una riserva»

Il senatore uscente Tonini benedice la squadra in campo per le elezioni: «Perfetta la coppia Dellai — Stenico». E rispetto alla sua possibile deroga, chiarisce: «In tanti mi hanno sollecitato, ma io mi sono sempre considerato una riserva». Il futuro? «Rimango a disposizione».
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 31 gennaio 2018

 Gli ultimi scampoli di attività parlamentare lo stanno trattenendo a Roma. Ma Giorgio Tonini ha lo sguardo proiettato sul Trentino. E su una campagna elettorale già ufficialmente partita. «Abbiamo una squadra fortissima» dice con convinzione il senatore uscente. Tirato per la giacchetta da più di un esponente della coalizione per un suo «rientro» in Valsugana («Mi sono sempre considerato una riserva: alla fine si è trovata un’ottima soluzione» sottolinea). E pronto a dare il suo contributo per sostenere il centrosinistra autonomista alle Politiche: «I voti si conquistano uno per uno, presentandosi con umiltà e disponibilità all’ascolto».

Senatore Tonini, le candidature adesso sono ufficiali. Qual è la sua previsione per la squadra del centrosinistra autonomista?

«Sulla carta può fare l’en plein, in Trentino e in Alto Adige. È una squadra che alterna continuità e rinnovamento. Abbiamo esponenti con competenze consolidate, come Dellai, Nicoletti, Bressa. Ma anche due donne nuove alla politica nazionale, Franzoia e Stenico, che possono portare entusiasmo e freschezza. Mi sembra un team ben assortito».

Eppure raggiungere la quadra è stato tutt’altro che semplice.

«Il parto è stato faticoso. Ma, del resto, non conosco parti senza doglie. E, in questo caso, il mosaico era complesso. Naturalmente l’ultima parola spetta agli elettori. Nulla è scritto. I voti vanno conquistati uno per uno, presentandosi con umiltà e disponibilità all’ascolto. Evitando arroganza e supponenza. Mi pare però che siamo partiti con il piede giusto».

Nella definizione della squadra si è parlato più volte di una sua possibile deroga per una candidatura in Valsugana: lei è stato l’unico, finora, a spezzare il «dominio» del centrodestra.

«Ho chiarito fin dall’inizio le mie intenzioni. Abbiamo una regola, che io ho concorso a scrivere, relativa al limite dei mandati, derogabile solo in casi eccezionali. E io non mi reputo tale. Mi considero un buon parlamentare, ma come tanti altri. Quindi non vedevo alcuna ragione per chiedere una deroga. Senza considerare che, per la coalizione, la mia deroga sarebbe stata un problema: in un quadro che doveva tener conto della parità di genere, avevamo già due pretendenti di alto livello come Nicoletti e Olivi. Aggiungerne un altro avrebbe solo creato complicazioni. E io tutto volevo essere tranne che un problema».

Quindi ha rifiutato.

«Semplicemente, a livello locale non pensavo di dover essere considerato in campo. Ma non volevo nemmeno che il mio atteggiamento venisse scambiato per freddezza nei confronti del partito. Per questo ho chiarito che se la mia presenza fosse stata considerata utile per risolvere dei problemi — non per crearli — sarei stato disponibile».

Ha avuto molte sollecitazioni?

«Sì, molti mi hanno chiesto di candidarmi in Valsugana. Non solo del mio partito, ma anche di altre forze della coalizione. Penso a Dellai. Ma io ho sempre sollecitato una soluzione diversa. Che alla fine è stata trovata. Una soluzione ottima: l’accoppiata Stenico-Dellai, un vecchio lupo di mare con una candidata nuova alla politica ma coraggiosa, è migliore della coppia Tonini-Dellai. Io mi sono sempre considerato una riserva. Rimango comunque a disposizione di tutti per la campagna elettorale».

Il 4 marzo finirà la sua esperienza in Parlamento. E poi? Il suo nome è già associato alle elezioni Provinciali e Comunali.

«In primo luogo spero di vedere, il 4 marzo, un buon risultato della coalizione in Trentino e in Italia. Per quanto mi riguarda, vedremo cosa mi riserverà il futuro. Non rivendico nulla. Ho dato molto in questi anni ma ho ricevuto ancora di più. Rimango a disposizione della squadra».