#TRENTO - Ex Italcementi: sì alle fiere, no allo stadio

A nord la residenza, che sia in forma di co-housing o di alloggi universitari, con qualche servizio di quartiere. Poi il verde e, proseguendo verso sud, il polo espositivo multifunzionale: un complesso da 6.500 metri quadrati, su più blocchi e con una piazza centrale. Che — e questa è la vera novità — non sarà provvisorio, come prospettato finora. Ma una volta costruito, rimarrà dov’è.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 21 gennaio 2018

 

 

E poi, sempre a sud, nella zona della Motorizzazione civile, un parcheggio da circa 2.000 posti auto su più livelli, con all’interno, magari, servizi e negozietti. Verso il fiume, ancora verde per creare quel legame con l’Adige da sempre auspicato. E per raggiungere la città, due passerelle: una in linea con l’ex Sit (dove sorgerà la stazione intermodale) e una in linea con via Verdi, legata al parcheggio.

Ieri mattina, in una delle riunioni più «produttive» degli ultimi mesi, il vicesindaco Paolo Biasioli e la maggioranza di Palazzo Thun hanno disegnato il futuro volto dell’area ex Italcementi. Fissando alcuni importanti via libera — come il «sì» al polo espositivo permanente e al parcheggio di attestamento — e individuando altrettanti paletti: su tutti, il «no» pronunciato quasi all’unanimità alla collocazione in Destra Adige dello stadio Briamasco (ipotesi lanciata recentemente dagli architetti di CampoMarzio).

«Si è trattato di un confronto positivo» ha sottolineato a fine incontro Biasioli. Di fatto, i consiglieri cittadini del centrosinistra autonomista hanno analizzato il futuro del comparto a sud di Piedicastello dalle nove di mattina all’una. Senza interruzioni. Diciassette, in totale, gli esponenti di maggioranza che si sono presentati in sala Natività, al piano terra di Palazzo Thun. Presenti «eccellenti» i consiglieri del Gruppo misto Salvatore Panetta e Paolo Castelli. Nessuna traccia, invece, dei quattro di Insieme Trento («Peccato per la loro assenza, sarebbe stata un’occasione per discutere insieme» ha osservato Paolo Serra, capogruppo del Pd).

«La maggioranza — ha proseguito Biasioli — ha convenuto sull’importanza strategica dell’area ex Italcementi per il capoluogo. Un terreno che non appartiene al Comune, ma che ha bisogno di un progetto unitario. Ed è arrivato il momento di decidere».

E le decisioni ieri si sono concretizzate in una visione chiara. Con indicazioni della coalizione che segnano un percorso preciso. A partire dall’atteso polo espositivo, che traslocherà dagli spazi attuali di via Briamasco per approdare in Destra Adige. Una struttura, dunque, che sarà fissa e non temporanea, da 6.500 metri quadrati (piazza Duomo, per fare un confronto, misura 5.000 metri quadrati) e sette metri di altezza, articolata su più blocchi in modo da lasciare al centro uno spazio aperto, una piazza, dove poter eventualmente allestire il mercato agricolo coperto o dove ricavare aree per concerti ed eventi. Nel complesso sarà previsto anche un locale da adibire a centro congressi, mentre sopra il polo potrebbero sorgere altre strutture per musica e convegni. Sarà il polo, di fatto, il «cuore» del nuovo rione. Visto che la maggioranza, in modo quasi unanime, ieri ha bocciato l’idea di accostare al complesso anche lo stadio di calcio. Attorno alla grande struttura espositiva si svilupperanno le altre funzioni. Con la residenza «innovativa» (co-housing soprattutto) che lambirà l’abitato, rispettando la viabilità attuale. E con il parcheggio a sud.

Due le incognite che rimangono però aperte. La prima riguarda il disegno dell’affaccio sull’Adige. Ieri sono emerse più alternative: dalla copertura della strada al suo interramento, fino ai percorsi ciclo-pedonali. Sarà l’équipe mista creata per il Prg a districare la matassa e a tratteggiare una prima ipotesi. La seconda incognita riguarda le ciminiere, il cui destino ieri ha diviso la maggioranza. «Attendiamo l’esito dello studio geologico per capire se abbatterle o meno» ha concluso Biasioli. Sarà comunque il consiglio — non solo per le ciminiere, ma per l’intero comparto — ad avere l’ultima parola.