Attacchi alla formazione professionale, retorica disfattista dei professionisti del rancore

Leggo dell'ennesimo attacco mosso contro la gestione delle scuole di formazione professionale operata dalla Provincia. Non mi riferisco ai controlli in corso da parte dell'Agenzia nazionale anti Corruzione (Anac) presso il Dipartimento della Conoscenza.
Lucia Maestri, 12 ottobre 2017


Si tratta di normali e legittime procedure di controllo volte a verificare la legittimità delle modalità di finanziamento del sistema della formazione professionale che, ne sono certa, riconoscerà la piena regolarità della gestione provinciale. 
Mi riferisco invece all'ennesimo attacco mosso dal Movimento 5 Stelle - tanto a livello locale quanto nazionale - che ha nuovamente rivolto contro il sistema della formazione professionale e chi quotidianamente lavora in questo ambito alla crescita di migliaia di ragazzi e di ragazze, attacchi che reputo inaccettabili e denigratori. Non mi stupisce certo il tenore delle affermazioni, visto che siamo ormai abituati alla retorica disfattista dei professionisti del rancore e del «va tutto male» contro il Trentino, la nostra Autonomia, la capacità di gestire correttamente ed efficacemente risorse e competenze.
Ritengo però necessario entrare nel merito della questione, come già hanno fatto i direttori degli enti formativi sulle pagine dell'Adige. 
Preme innanzitutto ricordare che la formazione professionale trentina nacque nel secondo dopoguerra su impulso del privato sociale in risposta ai bisogni formativi del territorio e che sin dagli anni Cinquanta la Provincia ha scelto di dotarsi di un sistema di formazione capace di valorizzare tutte le esperienze già presenti, laiche e non, garantendone il governo unitario con funzioni di programmazione, coordinamento e controllo. Tale modello di gestione ha saputo quindi negli anni valorizzare il contributo del privato sociale, la collaborazione sistemica tra soggetti pubblici e privati e il principio, poi costituzionalizzato, di sussidiarietà. 
Con la legge provinciale 5/2006 (legge Salvaterra) il legislatore provinciale, per rispondere ai vincoli di trasparenza imposti dall'Unione europea, ha superato lo strumento della convenzione tra enti stipulando invece appositi contratti di servizio volti a regolare e regolamentare i reciproci impegni, obblighi, standard, rapporti finanziari e responsabilità, in un'ottica di parità con il sistema formativo pubblico. 
Il sistema della formazione professionale trentina presenta standard di alta qualità e ha saputo negli anni evolvere per rispondere in maniera sempre più efficace alle esigenze dei ragazzi, delle famiglie e del tessuto economico locale, innovando la propria offerta non solo sotto il profilo formativo e tecnico-professionale e divenendo un punto di riferimento per altri territori e per il rinnovamento dell'intero sistema nazionale.
Negli anni, grazie alla collaborazione di tutti i soggetti del sistema trentino, sono nate le qualifiche triennali, la possibilità per i ragazzi di completare con la formazione professionale l'obbligo di istruzione; sono nati i quarti anni svolti in alternanza scuola-lavoro e l'alta formazione professionale (Its); è stata avviata la possibilità di completare i percorsi con l'acquisizione del diploma quinquennale, che consente l'accesso all'alta formazione, all'università e alle professioni più elevate; si è dato avvio, e non certo da ieri, alla sperimentazione del sistema duale e dell'apprendistato, sempre valorizzando le sinergie con il sistema economico locale. 
Tutto questo pone annualmente il Trentino ai primi posti nelle valutazioni - non solo nazionali - sugli esiti della formazione, sulla capacità di inclusione e sulla capacità di stabilire rapporti strutturati con il mondo dell'impresa e del lavoro.
Questo ha garantito livelli di abbandono scolastico molto bassi e già da tempo in linea con i più alti standard europei. E si hanno inoltre ottimi riscontri sulla capacità dei ragazzi di trovare un impiego alla fine del percorso formativo. Tutto questo è stato reso possibile dalle scelte operate dalla Provincia, che con la legge del 2006 è riuscita a valorizzare il sistema della formazione professionale, ad innovarlo e a garantire a giovani ed adulti un accesso ai servizi formativi diffuso su tutto il territorio provinciale. 
Ritengo che la trasparente e responsabile collaborazione tra pubblico e privato, con un ruolo della pubblica amministrazione di indirizzo e controllo e l'impegno ultra cinquantennale degli enti formativi, costituisca la forza della formazione professionale trentina e un valore distintivo del nostro sistema territoriale. Con buona pace di chi esercita solo retorica disfattista.