Riforma della cultura, nuovo rinvio. Non arriverà in aula a settembre

Per la riforma della cultura non c’è fretta. La discussione del tormentato disegno di legge non approderà in aula nemmeno a settembre. Il proponente (la giunta) ha ritenuto opportuno rinviarne nuovamente la trattazione in attesa di un’intesa unanime che, ad oggi, sembra difficile da raggiungere. «Il cda unico per i musei — sostiene Lucia Maestri — è la proposta approvata dalla maggioranza e va portata avanti».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 25 agosto 2017

 

«Il cda unico — ribatte Walter Viola (Pt) — è inaccettabile. Se quella sarà la proposta, ci opporremo anche con l’ostruzionismo».

Come noto agli addetti ai lavori, non è la riforma della cultura nella sua interezza a scaldare gli animi. Buona parte del disegno di legge avanzato dall’assessore competente, Tiziano Mellarini, ha riscosso un generale consenso. Dal fondo unico per gli spettacoli alle imprese culturali, le novità normative introdotte hanno ricevuto il placet di operatori, maggioranza e, almeno in parte, opposizione. Il nodo da sciogliere era e resta quello della governance dei musei. Una questione vecchia, ereditata pressoché identica dalla scorsa legislatura. Mellarini, più a suo agio nella gestione del consenso che nella risoluzione dei conflitti, ha prima proposto il cda unico, poi un certo numero di «poli» su cui incardinare i vari tipi di musei, poi un numero più ampio, per poi tornare al cda unico. Alla fine, ha aperto alla proposta di Viola (Progetto Trentino) di mantenere tutti gli attuali cda e di istituire, come elemento di raccordo, il «tavolo dei presidenti». Ne è nata una polemica a tratti aspra con Maestri, presidente della quinta commissione e consigliera incaricata dal Pd di seguire la riforma. Viola, di fronte ai dubbi di Mellarini, ha annunciato una linea inedita per Progetto Trentino: l’ostruzionismo. Da allora, l’opzione più probabile è quella dello stralcio dal disegno di legge della parte sui musei, forse la più significativa.

«A nostro giudizio — incalza Maestri — la legge va approvata presto e nella sua interezza. Dopo anni di dibattiti sulla governance, credo che i tempi siano maturi per una decisione. Il disegno di legge che la maggioranza ha approvato non prevede certo di annullare l’autonomia delle singole istituzioni museali, che continuerebbero ad avere un proprio direttore e un proprio comitato scientifico. Si tratta solo di razionalizzare la gestione di una rete museale». «Il cda unico — le ribatte Viola — rappresenta l’appiattimento della vitalità culturale dei singoli musei e non se ne sente il bisogno. Il rafforzamento degli elementi di sistema può essere ottenuto facendo in modo che i musei si coordino al tavolo dei presidenti che affiancherebbe il tavolo dei direttori».