Piazza Dante: presidio fisso e nuove risorse

Non piace neppure agli architetti, per non parlare della politica, sempre più divisa. Recintare piazza Dante? Per qualcuno è follia pura, ma dopo le parole del questore Massimo D’Ambrosio, che aveva lanciato l’idea, è lo stesso commissario del governo, Pasquale Gioffrè, a rilanciare l’ipotesi. «Non è la panacea di tutti i mali, ma la chiusura del parco la sera ci può essere di aiuto» spiega Gioffrè. Poi aggiunge: «Questo, però, è affidato alla valutazione del Comune».
D. Roat, "Corriere del Trentino", 30 giugno 2017

 

Recintare piazza Dante è solo una delle iniziative e delle misure per la sicurezza dei giardini, che sorgono nel cuore della città, che sono emerse durante il comitato per la sicurezza che si è svolto ieri. Una riunione incentrata proprio sul problema di piazza Dante, dopo giorni di polemiche e botta e risposta che hanno surriscaldato la politica. Presidio fisso, mappatura delle aree critiche della città, più illuminazione e provvedimenti di allontanamento per chi commette reati (una sorta di Daspo, anche se la terminologia non è propriamente corretta): sono le principali iniziative discusse al tavolo di lavoro del comitato. Ma se qualcuno si aspettava che dal comitato uscisse una soluzione definitiva al problema, questa, non c’è stata. La questione è delicata.

Polizia, carabinieri, polizia locale, prefetto, sindaco e presidente della Provincia si sono confrontati su modalità d’intervento e tempistiche, che potrebbero subire un’accelerazione. Il Comune aveva messo in calendario un «pacchetto di modifiche» al regolamento di polizia urbana, anticipando il ministero (il decreto Minniti è diventato legge ad aprile ma mancano ancora le linee guida), ora l’amministrazione comunale potrebbe accorciare ancora i tempi e già lunedì sarà portata all’attenzione della commissione dei capigruppo la mappatura delle aree critiche, alla quale è collegato il famoso «Daspo». In realtà non si tratta di un vero e proprio Daspo, ma, come previsto dal decreto ministeriale, il sindaco ha facoltà di allontanare dall’area la persona che commette reati per 48 ore. Ma che succede dopo? Fare una multa allo straniero che è in Trentino senza una casa, un lavoro, è assolutamente inutile. «Se non viene ottemperato il provvedimento del sindaco, si passa a un ordine del questore» spiega Gioffrè. Il rischio è che si liberi un’area e se ne occupi un’altra. La persona allontanata può infatti spostarsi in un’altra zona. Il commissario del governo è ben consapevole che solo questo non può bastare. «Come forze dell’ordine continueremo il presidio fisso — spiega — puntiamo sulla visibilità sia delle forze di polizia che della piazza e in questo il Comune può dare un contributo per le zone scarsamente illuminate». Si pensa anche a una struttura fissa, all’interno del parco, interforze per un intervento e uno scambio informativo in tempo reale. «È un’ipotesi sulla quale stiamo lavorando — precisa il commissario — il nostro obiettivo è liberare la piazza da persone ingombranti e allontanare chi commette reati».

Ma ora si muove anche la Provincia. Rossi, dopo gli attacchi dei giorni scorsi, allunga la mano verso il sindaco Alessandro Andreatta. «Confermiamo la disponibilità — ha detto il presidente Ugo Rossi — a fronte di iniziative nuove, a mettere risorse supplementari per il potenziamento del ruolo della polizia locale per aiutarla ad essere più formata, per avere più unità di personale se serve, ma anche per immaginare qualche intervento innovativo sulla piazza». Ma chi decide sarà il Comune, ha precisato. «Come presidente ho confermato la disponibilità della Provincia a investire in questa direzione perché investire sulla sicurezza a Trento, significa anche dare un segnale preciso perché la città di Trento, così come quella di Rovereto, in questo momento si fa carico di ospitare un numero importante di profughi. Sono convinto che Comune e forze dell’ordine ci faranno delle proposte e noi cercheremo di affiancarle finanziariamente».