La grande occasione del Pd del Trentino

È proprio nei momenti più difficili, quelli in cui sembra prevalere la tempesta, che possono nascere delle grandi opportunità. La crisi del Partito democratico, alle prese con il dilemma della scissione (lontana dalle aspettative riposte nel partito da moltissimi militanti, distante dall'impegno costante di molti amministratori locali, dissonante rispetto all'esigenza di tornare ad ascoltare coloro che sono stati delusi in questi anni dal Pd), evidenzia lo stato di generale spaesamento tra i cittadini.
Giacomo Pasquazzo, 24 febbraio 2017

 

Soprattutto tra coloro che credono che di fronte a sfide immense (quali il cambiamento climatico, le migrazioni, le guerre, le crescenti disuguaglianze e le divisioni fra Stati) ci si debba porre con un atteggiamento di apertura al futuro, di inclusione, di prospettiva positiva; lontani quindi dalle proposte politiche di chiusura, di divisione, di separazione e di paura delle diversità. Mi riferisco a coloro che rivolgono lo sguardo verso un orizzonte progressista. Questo spaesamento è presente anche in Trentino. Non tanto e non soltanto perché qui opera il Partito democratico del Trentino, ma perché urge costruire assieme - tutti assieme - un orizzonte progressista, dato che nel mondo occidentale soffia sempre più forte il vento del populismo.
Le sfide sono gigantesche ma abbiamo un'opportunità straordinaria, unica e irripetibile. Nel momento di minore forza e incidenza del panorama politico nazionale, possiamo costruire una realtà non solo autonoma ma soprattutto europeista. Immagino quindi che di fronte al cambiamento climatico la risposta stia nel risparmio energetico e nello stop al consumo di suolo, che di fronte alle migrazioni la risposta venga costruita in una dimensione locale ed europea allo stesso tempo, che al tema delle guerre faccia fronte una politica estera comune dell'Unione e che le disuguaglianze sui territori possano essere superate dagli attori politici locali responsabili di una politica di inclusione. Possiamo diventare, per certi versi, laboratorio di un soggetto politico radicalmente nuovo e innovativo, riformatore fino in fondo, un soggetto politico autonomo, confederato al nazionale ma con radici europee profonde. Penso ad un soggetto «glocal» che veda nell'Europa una grande opportunità di crescita (dall'Euregio agli Stati Uniti d'Europa).
Non è un discorso di sigle. Non è una sommatoria dei tre partiti di centrosinistra ma è molto di più ed è qualcosa di profondo (già presente come sentimento nei cittadini che faticano ad osservare differenze sostanziali fra i tre partiti): è una consapevolezza nuova. Il quadro politico generale ci pone di fronte a un sistema che mette due protagonisti a confronto, i populisti e i progressisti. La chiusura o l'apertura. I confini o l'unità. La divisione o la collaborazione. Il Trentino è per definizione terra in cui solidarietà e inclusione sono patrimoni collettivi. Nessuno viene lasciato solo e nessuno viene lasciato indietro. Credo che questa crisi nazionale rappresenti un'opportunità per costruire un soggetto nuovo, aperto, inclusivo, attento alla società e alle sue complesse dinamiche, un soggetto in continuo ascolto. Presente come non mai sui grandi temi, molto molto più presente nella prospettiva europea, attento anche alla dimensione locale ma protagonista di una nuova stagione a livello nazionale e, perché no, europeo.
Sogno un soggetto nuovo, con forme nuove, che appartenga al progressismo europeo, italiano e trentino, sogno un soggetto a «trazione europea», che guardi all'Euregio con costanza e determinazione. Sogno un soggetto che abbia l'ambizione quindi di essere «glocal», cioè di essere collegato al territorio e di saper superare le frontiere, cogliendo così le sfide del nostro tempo.