Rovereto, Pallanch prende tempo

«Tutto qui?» ha scherzato giovedì sera Italo Gilmozzi di fronte a quella che gli stessi presenti hanno definito «la seduta di autoanalisi del Pd roveretano». Il tentativo di sdrammatizzare la situazione, però, è riuscito solo in parte al segretario provinciale: Roberto Pallanch non ha rassegnato le dimissioni, ma a chi ieri è riuscito a raggiungerlo ha assicurato che l’idea, per ora, resta quella.
"Corriere del Trentino", 4 febbraio 2017

 

«Nel direttivo cittadino, mi sono stati sottoposti i problemi del partito a livello locale — riferisce Gilmozzi —, ma non mi pare ci sia nulla di insuperabile. Pallanch ha ribadito le criticità che aveva già espresso a voi, ma dal gruppo e dal direttivo sono arrivati impegni nel senso di un rapporto più stretto tra partito ed eletti e di una maggiore partecipazione alle riunioni». La capogruppo Luisa Filippi era presente all’incontro. Non così l’ex sindaco Andrea Miorandi, che Pallanch aveva chiamato in causa lamentando la sua assenza dal partito «dal novembre 2015». «Roberto — continua Gilmozzi — non ha rassegnato le dimissioni e non mi pare che i presenti gli abbiano chiesto di dimettersi, anzi. Hanno condiviso la necessità di proseguire».

Diversa l’idea di Fabiano Lorandi. «Come ex segretario mi sento di rassicurare gli iscritti. A Rovereto non c’è un problema politico, solo personale, quello del segretario Pallanch. Nel Pd cittadino non mancano le donne e gli uomini che possano assumere incarichi dirigenziali, compresa la segreteria». Discussione rinviata alla prossima settimana, quando Pallanch comunicherà la decisione maturata.

Il direttivo si è occupato anche della sede e l’orientamento è quello di disfarsi della storica sede di via Tartarotti. «Non ha molto senso — osserva Gilmozzi — avere una sede in via Bezzi e pagare l’affitto (alla fondazione Ds) in via Tartarotti». Come ha suggerito Pallanch, in via Tartarotti potrebbe nascere un circolo Arci e ospitare il Pd per le sue (poche) riunioni. «Perché no? — dice Gilmozzi — Se si riuscisse a vendere via Bezzi, potrebbe anche essere la soluzione». Andrea La Malfa, presidente dell’Arci è cauto. «Lungi da noi intrometterci nelle scelte del Pd di Rovereto. Se, però, decidessero di non usare più la sede di via Tartarotti, è vero che noi da tempo cerchiamo uno spazio per aprire un circolo in città ».

 

Pd, Pallanch rimane in bilico. «Per ora dimissioni sospese», M. Stinghen, "Trentino", 4 febbraio 2017

 

Dimissioni non ancora ufficializzate: Roberto Pallanch ancora non si è dimesso da segretario del Pd di Rovereto. Niente dimissioni, perché «Dobbiamo ancora finire di parlarne - spiega il segretario - la discussione in merito alle criticità emerse continua». I democratici cercano di far ritornare il dibattito al loro interno, ma probabilmente la questione è destinata presto o tardi a riemergere; il segretario si dice provato e stando alle sue dichiarazioni precedenti al direttivo di giovedì, è probabile che arrivi comunque a lasciare ("sono stufo di ingoiare rospi e a fare da parafulmine"). Le elezioni provinciali si avvicinano e portano con sè temi spinosi, come le candidature e il rapporto coi Civici.

Frattanto l'ex segretario Fabiano Lorandi, chiamato in causa anche per via del suo "no" al referendum costituzionale, dichiara che «mi sento di rassicurare gli iscritti e gli elettori del Partito Democratico di Rovereto, perché non si tratta di una questione politica, ma personale. É legata a questioni personali del segretario, non tra persone - precisa - nel Pd di Rovereto ci sono tante donne e tanti uomini in grado di svolgere funzioni dirigenziali e capaci di fare il segretario». Di più, Lorandi non dice: chi ha orecchie per intendere, intenda.

Luisa Filippi, consigliera comunale, chiamata in causa da Pallanch direttamente, sia per aver tenuto conferenze stampa accanto al centro destra, sia per gli attacchi frontali ai Civici e a Valduga, getta acqua sul fuoco. «Abbiamo dibattuto a lungo, in un confronto pacato ed con un clima costruttivo. Questa discussione non è finita, ed il tema non è solo il ruolo di Roberto. La discussione andrà avanti, ma è legata a aspetti organizzativi interni, e avrebbe dovuto rimanere interna e non finire sulla stampa. Sui temi politici e amministrativi siamo coesi, e come gruppo consigliare ci siamo sempre mossi assieme. I miei interventi sono sempre stati concordati con gli altri consiglieri». Comprese le conferenze stampa con il centrodestra, «che vertevano solo sulle relazioni con la maggioranza e sul metodo di tenere il consiglio comunale. Ovvio che su altre cose siamo su poli opposti». Luisa Filippi è stata criticata anche per "far la guerra a Valduga mentre il Pd da Trento vorrebbe dialogare": «Esiste una narrazione del consiglio comunale che ci vede rancorosi nei confronti di Valduga. Tutt'altro, i dibattiti in consiglio sono stati costruttivi, condotti con spirito di proposta».