«Italiani e stranieri, via le discriminazioni»

Rappresentanza, istruzione, assistenza sanitaria: c’è tutto questo e molto altro ancora nel disegno di legge «Disposizioni per favorire l’inclusione degli stranieri non appartenenti all’Unione europea, presenti sul territorio provinciale» presentato nell’aula del consiglio provinciale di Trento dagli studenti delle facoltà di sociologia, economia e giurisprudenza dell’ateneo trentino.
S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 15 novembre 2016

 

Un’esercitazione pensata per «ristrutturare» la legge 13 del 1990, ritenuta dai ragazzi obsoleta e inadatta a fronteggiare il fenomeno migratorio.

«Nel testo attualmente in vigore mancano molti elementi che sarebbero invece fondamentali per poter parlare di vera e propria integrazione ed è proprio su queste mancanze che ci siamo concentrati» spiega Cinzia Piciocchia, professoressa di diritto costituzionale, che ha coordinato il progetto con i docenti Davide Strazzari, del dipartimento di sociologia e ricerca sociale, Andrea Francesconi, di economia e Carlo Casonato, di giurisprudenza. La prima proposta dei 30 studenti, in particolare, riguarda l’istituzione di un’assemblea dedicata agli stranieri, composta da dodici cittadini non comunitari o apolidi rappresentanti delle minoranze presenti sul territorio, con un consigliere aggiunto ammesso a partecipare ai lavori del consiglio provinciale.

Proposta a cui fanno seguito politiche sociali più efficaci, con la possibilità di ammettere i cittadini stranieri alle prestazioni socioassistenziali previste dalle leggi provinciali, il potenziamento delle attività legate alla promozione del diritto allo studio, il sostegno ad associazioni a favore dei cittadini stranieri, la valorizzazione dell’integrazione linguistica con corsi ad hoc ma anche con l’istituzione dell’elenco provinciale dei mediatori interculturali.

Il tutto senza dimenticare il lavoro, con l’attivazione da parte della Provincia di strumenti di microcredito per favorire le iniziative imprenditoriali dei cittadini stranieri, garantendo anche a questa categoria di lavoratori la possibilità di partecipare a concorsi e selezioni pubbliche; e il diritto all’abitazione, concedendo ai cittadini stranieri la possibilità di usufruire dell’edilizia abitativa provinciale. Norme, dunque, pensate per rimuovere ogni tipo di discriminazione tra italiani e non. «Le proposte del ddl sono molto interessanti — commenta Bruno Dorigatti, presidente dell’assemblea provinciale, a cui è stato inviato il documento — È una simulazione accademica, certo, ma dai riflessi molto pratici. Il tema preso a oggetto è di grande attualità: anche la recente elezione del presidente degli Stati Uniti è stata in parte dettata delle posizioni espresse sulle politiche migratorie e a livello italiano, fenomeni come quelli di Soraga o di Goro devono imporci delle riflessioni».

Unica pecca del ddl è non aver redatto l’importantissimo — ahinoi — capitolo dedicato alla copertura finanziaria: «Ma ciò che più ci interessava — chiarisce Lucia Busatta, tutor dell’ateneo — era sperimentare un procedimento legislativo, toccando con mano quali e quante possono essere le difficoltà decisionali».