«Rsa, riforma necessaria fermarsi è irresponsabile»

Dopo le guardie mediche, un altro tema caldo approda domani in consiglio provinciale: la riforma delle Rsa. Una mozione sottoscritta da tutte le opposizioni chiede di sospendere l’accorpamento delle Apsp. Uno stop alla riorganizzazione a cui sta lavorando da mesi l’assessore alle politiche sociali Luca Zeni (Pd) e che prevede di passare dalle attuali 41 aziende di servizi alla persona a 14, una per Comunità di valle.
C. Bert, "Trentino", 17 ottobre 2016

 

«La volontà di centralizzare dal punto di vista amministrativo le Rsa è il preludio a una inesorabile spersonalizzazione dei servizi che ogni società civile degna di questo nome doverosamente deve garantire alle persone anziane», attacca il consigliere Claudio Cia, «le strategie di tipo ragionieristico che vengono privilegiate da qualche tempo da chi sarebbe chiamato a una programmazione volta a tagliare la spesa improduttiva e a investire in percorsi innovativi e sostenibili, mostrano che si è persa la bussola». Un appello a rifiutare «fusioni calate dall’alto» è arrivato nei giorni scorsi dal presidente dell’Upipa Moreno Broggi (l’ente che riunisce le Apsp che gestiscono le case di riposo) in una lettera aperta ai consiglieri provinciali, appello che ha però spaccato l’organismo (ne riferiamo nell’articolo in alto). Qualche dubbio sul processo di centralizzazione è stato sollevato anche in maggioranza dall’Upt, che la scorsa settimana ha approvato un documento nel proprio parlamentino: «Di fronte alla necessità di riduzione della spesa il rischio è quello di affidarsi alla tecnica contabile o agli studi di economia. È essenziale che il ruolo di definizione delle politiche sociali, sia dell'area anziani, che in generale, sui territori, rimanga in capo alle Comunità e ai Comuni, pur in un quadro di continuo coordinamento con il disegno provinciale. Solo in questo modo sarà possibile mantenere una costante attenzione ai bisogni delle persone».

L’assessore Luca Zeni ha convocato per oggi un incontro di maggioranza in cui si farà il punto per serrare le fila prima di andare in aula: «Procediamo per step - spiega - condividiamo il disegno e ci siamo presi l’impegno a ragionare e a tirare le somme nell’arco di alcune settimane». «Dalle opposizioni arriva una richiesta irresponsabile, quella di fermare tutto. Mentre io rivendico che questa riforma non parte da un’urgenza finanziaria ma dai numeri che ci dicono che gli anziani raddoppieranno nei prossimi vent’anni. Oggi in Trentino la stima è di 17.500 non autosufficienti, come servizi pubblici ne intercettiamo la metà. Significa che gli altri si arrangiano». «Non fare nulla - incalza Zeni - potrebbe anche convenire dal punto di vista del consenso, ma la nostra responsabilità è di guardare avanti. Abbiamo fatto un percorso condiviso sul territorio e con i soggetti interessati. Il cuore della riforma è una riaggregazione del budget per avere un punto unico di accesso (in capo alle Apsp) che prenda in carico l’utente con un piano individualizzato». «Oggi - è l’analisi dell’assessore - abbiamo tante Rsa ognuna impegnata a far quadrare il suo piccolo bilancio, è una rigidità molto forte, noi vogliamo semplificare il quadro. Le fusioni sono un tema che arriva a valle». L’Upt insiste perché la guida del processo sia in capo all’ente politico, le Comunità, e non alle Apsp. «Siamo tutti d’accordo che il valore aggiunto delle Rsa è il collegamento con il territorio», rassicura Zeni, «ragioniamo sulle modalità migliori per garantire ai territori una rappresentanza, e sulle garanzie per le Rsa, dai lasciti al fatto che in caso di destinazione d’uso i beni restano al Comune».

 

Non è piaciuto a tutti, dentro l’Upipa, l’appello lanciato nei giorni scorsi dal presidente Morenzo Broggi, che in una lettera aperta ai consiglieri provinciali, alla vigilia del dibattito in aula di domani, ha bocciato la riforma Zeni. In dissenso da Broggi, il presidente dell’Apsp Città di Riva Lucio Matteotti ha deciso di lasciare il cda dell’Upipa: «Un errore strategico grave schierarci su una posizione di chiusura». Prende posizione anche Davide Palmerini (nella foto), presidente dell’Apsp Folgaria: « A prescindere dal tema delle fusioni, non possiamo non evidenziare come il presidente Broggi abbia sempre affrontato il confronto con la Provincia scegliendo una linea improntata all'arroccamento difensivo, piuttosto che al rilancio propositivo. Auspico che Upipa sia in grado di rivendicare un ruolo dinamico, volto al futuro, solo così eviterà decisioni calate dall’alto, resistendo alla tentazione di assumere posizioni di difesa conservatrice, solo apparentemente rassicuranti»