#TRENTO - «Traditori senza volto, ma so chi sono»

 L’ennesima pugnalata alle spalle del sindaco Andreatta rischia questa volta di renderlo più forte. Chi lo ha tradito all’interno della maggioranza non può accampare scuse di mancanza di confronto o collegialità, perché continua a farlo senza metterci la faccia. Patt e Cantiere hanno armi spuntate nel chiedere “careghe” se vogliono assegnarle a persone che in maggioranza stanno zitte ma in aula tradiscono la propria coalizione.
L. Marognoli, "Trentino", 16 giugno 2016

 

Alessandro Andreatta la delibera di riorganizzazione del personale l’aveva portata in maggioranza tre volte senza ricevere una critica. È bastato che le minoranze chiedessero il voto segreto perché quelli che Andreatta chiama vili e irresponsabili sferrassero un nuovo fendente. Ma il sindaco stavolta è più agguerrito che mai: «Sul percorso sono state lasciate delle tracce, degli indizi e delle assenze», dice. Chi vuole intendere...

Sindaco, ci ha dormito sopra. Oggi, a mente fredda, cosa si sente di dire su quanto accaduto martedì in aula? Quello che ho detto anche a caldo: siamo di fronte a un grave atto di irresponsabilità di pochi consiglieri. Un atto anche vile, perché compiuto approfittando del voto segreto. Consiglieri che hanno deciso di votare contro o di astenersi su una delibera portata dal sindaco e su cui c'è stata la convergenza di venti uomini della maggioranza. Lo giudico un danno portato certo all'immagine del sindaco ma molto anche della giunta e moltissimo della maggioranza. E anche alla coalizione del centrosinistra-autonomista. E alla città, perché questa delibera - bisogna almeno un minimo ricordare il merito - andava a semplificare, a risparmiare e organizzare meglio i servizi. Remare contro un atto che voleva conseguire questi obiettivi è un atto assolutamente grave. Io credo che sotto ci sia una logica distruttiva, per cui ad alcune persone non interessa più nulla e sono pronte a mettere dei percorsi e delle vicende personali davanti al bene della città. E questo è inaccettabile.

Si sente tradito come persona, come sindaco e collega? Tutti si sentono traditi, anche i molti consiglieri comunali che stamattina mi hanno mandato messaggi che esprimono la loro delusione, rabbia e per qualche aspetto impotenza rispetto a questo. Perché se si ragiona politicamente si possono risolvere i problemi, altrimenti no. Quindi vuol dire che questa non è una partita politica, ma molto più personale, giocata guardando ai propri destini rispetto che al destino di tutti, che è la crescita e il bene di questa città. È tutto legato ai malesseri per le scelte di giunta, un peccato originale che pesa ancora sulla legislatura? No, no: qui ci sono sicuramente più motivazioni ma io non vado a cercarle perché non voglio neppure farlo. L'atto è talmente irresponsabile e vile che non c'è nessuna motivazione, foss’anche valida, che giustifica un comportamento simile.

Ai franchi tiratori cosa chiede ora? Io chiedo che queste persone se hanno un'idea diversa – e può capitare -, seguano la modalità di comunicarlo in maggioranza, per confrontarsi e cambiare. Ma non credo che questo sia il problema, perché qui non c'era niente da cambiare. E se non lo vogliono fare o le loro tesi non vengono accolte, intervengano in aula, votino contro, si astengano, però in modo da essere riconosciuti, da chi li ha votati e dai partiti di appartenenza. La comunità ha diritto di sapere chi sostiene e chi no, chi crede in un progetto e chi non ci crede.

Pensa che usciranno allo scoperto oppure no? Se non l'hanno fatto fino adesso penso che sia un po' difficile, visto che è la seconda o terza volta che questo succede nel voto segreto. Sette mesi fa lei era stato messo sotto processo e aveva fatto anche autocritica. Stavolta la situazione è completamente diversa… Completamente. L'altra volta eravamo nei primi mesi di consiliatura, ci potevano essere cose che non andavano, era giusto confrontarsi, modificare, migliorare, mi sono preso parte delle responsabilità, abbiamo affinato il metodo e fatto delle cose, però io gli impegni li ho presi e portati avanti. Questa volta mi dispiace ma non mi assumo responsabilità per quello che è accaduto. Se le assumano coloro che hanno deciso di far male alla città.

Nella prossima riunione di maggioranza ci sarà una sorta di regolamento di conti interno? Non è questione di regolamenti di conti. Io quello che dico in aula e alla stampa lo dico anche a chiunque incontro e vedo: sono sempre lo stesso.

Cosa dirà ai partiti? Non è quello il punto. Il problema è che dentro i partiti ci sono persone che fanno quello che vogliono. Non è responsabilità dei partiti quindi… I partiti possono accompagnare, vigilare, eccetera, ma quando il voto è segreto è più complicata l'individuazione precisa delle persone. Quindi non farò nomi, però questa volta sono state lasciate sul percorso tracce, indizi e assenze.

E alle minoranze che chiedono le dimissioni? Di Renzi quante volte le hanno chieste in questi due anni? Chiaro che qui avevano più gioco a farlo essendoci stato un problema dentro la maggioranza.

Non si parla neanche di rimpasto? Il problema è un altro: sapere se ci sono persone che credono nel programma di governo e in quello che abbiamo costruito assieme. 

 

Chi è contro il sindaco abbia coraggio e parli, "L'Adige", 16 giugno 2016

Delibera del sindaco Alessadro Andreatta bocciata dai franchi tiratori grazie al voto segreto: dopo le reazioni a caldo, il giorno dopo si cercano i «colpevoli», all'interno di una maggioranza che scricchiola. 
Le prime considerazioni sono puramente matematiche: la maggioranza è composta da 25 consiglieri, che possono diventare 23 considerando che due, Paolo Castelli e Salvatore Panetta, non hanno mai nascosto un atteggiamento diciamo critico. Ma consideriamone comunque 25. Con un assente martedì sera (proprio Castelli), il sindaco poteva contare su 24 voti. Teorici, perché alla fine ne ha presi 20, quando ne sarebbero serviti almeno 21. In 4, quindi, hanno votato contro, o meglio hanno votato scheda bianca o nulla. La domanda, ovviamente, è una sola: chi sono quei quattro? Il voto era segreto, quindi confidiamo nel senso di responsabilità, nella correttezza, nei valori, nella lealtà (non tanto nei confronti del sindaco, quanto in quelli dei cittadini) dei capigruppo di maggioranza per avere una risposta.
Alberto Pattini (Patt): «Posso assicurare che il nostro gruppo ha votato compatto per l'approvazione». Ottimo, pensiamo: escludiamo i consiglieri autonomisti dalla lista dei «traditori». 
Paolo Serra (Pd): «Non posso avere la certezza, essendo il voto segreto, ma da parte nostra direi che nessuno ha votato contro il sindaco. Ho chiesto nei giorni scorsi se ci fossero problemi, dubbi, perplessità, ma niente. Quindi noi abbiamo votato sì». Ottimo, pensiamo e depenniamo dalla lista «nera» anche i consiglieri «Dem». 
Massimo Ducati (Cantiere): «Non ho mai nascosto alcune critiche a quella delibera, ma l'ho votata. L'abbiamo votata». Ottimo, pensiamo, e cancelliamo anche questo gruppo. 
Mettiamo giù il telefono. Dei 4 su 24 nessuna traccia. Abbandoniamo la pista matematica e proviamo con quella politica, evidentemente con p minuscola, visto che un fatto è indiscutibile: nessuno si prende la responsabilità di un voto. 
Paolo Serra analizza la situazione: «Concordo con il sindaco quando dice che chi ha problemi deve uscire allo scoperto: parli apertamente e abbia un minimo di coraggio. Quei 25 nomi sono stati eletti dai cittadini nella maggioranza per portare avanti i problemi della città: se non vogliono più stare nel gruppo si dimettano o sfiducino il sindaco. Ma lo facciano alla luce del sole. Qui siamo sul piano personale, non politico o di coesione della coalizione. Cosa dovrebbe fare Andreatta? Prima di tutto non lo invidio, perché avere a che fare con questo consiglio è difficile. Poi dico che dovrebbe chiamare queste 25 persone e dire loro: "Ragazzi, cosa volete fare? Cosa non va? Che soluzioni e proposte concrete fate?", spiegando che bisogna agire per il noi e non per l'io». 
Anche Massimo Ducati analizza quanto accaduto: «Periodicamente torna questo rimpallo di responsabilità, un giochino che non mi appassiona. In 4 non hanno votato e si parte con il "è stato lui e poi quello e quell'altro". So che molti additano il mio gruppo, ma dico a ognuno di guardare in casa propria e non mi nascondo: sono stato critico, perché ritenevo la delibera incompleta e poco soddisfacente per le richieste dei cittadini, ma l'ho votata. Mi chiedo se stiamo facendo politica: la politica ha delle regole e si basa sul rispetto delle persone. Si basa sull'ascoltare e avere fiducia. Dobbiamo recuperare tutto questo, perché la politica è una cosa seria».

 

«Maggioranza, subito una verifica interna», M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 16 giugno 2016

TRENTO Il clima è comprensibilmente teso: il giorno dopo la seconda debacle del sindaco Alessandro Andreatta sulla delibera del personale (anche questa volta per opera di franchi tiratori), nel centrosinistra autonomista cittadino la ricerca dei «colpevoli» (nel mirino soprattutto alcuni esponenti di Upt, Cantiere e Patt) si alterna al tentativo di individuare un modo per ricomporre una fragilità che, dal giorno delle elezioni, non ha mai abbandonato la coalizione. Senza escludere anche soluzioni estreme, come il ritorno alle urne.

Pochi, in queste ore, sono disposti ad addossarsi le responsabilità della bocciatura del regolamento (già stoppato a novembre), invitando a guardare a casa degli «alleati» per trovare gli artefici dell’ennesima sfaldatura della maggioranza (a marzo il centrosinistra era capitolato anche sulle indennità dei presidenti delle circoscrizioni). Eppure, l’esito del voto segreto è stato chiaro: per l’approvazione, la delibera avrebbe dovuto ottenere un voto in più (si è fermata a 20 «sì»). E le quattro schede bianche, unite a una scheda nulla, hanno fatto la differenza. In negativo per Andreatta.

«Indicare qualcuno come responsabile quando si è votato con scrutinio segreto è sempre difficile» ammette la coordinatrice cittadina del Pd Elisabetta Bozzarelli. Che però qualche appunto ai colleghi di coalizione lo solleva: «Negli incontri di maggioranza è stato chiesto ai vari gruppi di esprimersi sulla delibera e nessuno ha fatto obiezioni. Poi qualcuno ha votato diversamente: è evidente, visto il tipo di provvedimento, che si tratta di un atto politico». Un segnale lanciato non da esponenti del Pd, chiarisce Bozzarelli («Noi abbiamo votato “sì” compatti»). E che ha irritato i dem: «Se è stato un segnale per chiedere il rimpasto di giunta, chi lo ha lanciato abbia il coraggio di farlo a viso aperto. Non mi interessano i segnali personali, ma politici: non è in questo modo che si crea un bel progetto di città». Ora, avverte Bozzarelli, è necessario sgombrare il campo da equivoci: «Mi aspetto che i partiti di chi ha votato contro dicano se ci stanno ancora nel progetto o no. E spero che il sindaco convochi la maggioranza in tempi brevi. È chiaro che questo è uno degli ultimi tentativi che facciamo». E poi? «O si superano i personalismi, o è meglio andare a casa» taglia corto Paolo Serra, capogruppo pd. «Siamo di fronte — prosegue — a questioni personali, non politiche. A persone irresponsabili, che non hanno il coraggio di esprimere apertamente le proprie posizioni. A loro dico: è ora di finirla di fare i bambini. Così si fa un dispetto non tanto al sindaco, ma alla città». Considerato, tra l’altro, che a breve arriveranno in aula le linee programmatiche.

«Abbiamo chiesto da tempo un confronto politico e immagino che a breve ci sarà» osserva Roberto Stanchina, assessore e segretario cittadino del Patt. Che mette in chiaro: «L’indirizzo del partito era di votare a favore, non era una delibera sulla quale dare segnali politici. Non si tratta di puntare il dito, ma se non si rispettano gli ordini se ne discuterà. Se in maggioranza qualcuno ha qualcosa da dire, sediamoci a un tavolo e diciamocelo, poi però usciamo con una posizione condivisa». Sulla stessa linea il capogruppo autonomista Alberto Pattini: «Su questa delibera si doveva dare un segnale forte di compattezza. Ora è necessario ragionare sulla situazione della maggioranza: ognuno dovrà dire se vuole trovare una soluzione. Altrimenti ne prenderemo atto».

Netto Tiziano Mellarini, segretario provinciale Upt. Che lancia un messaggio chiaro ad Andreatta: «Il sindaco abbia il coraggio di aprire una seria verifica di coalizione: in queste condizioni non si può andare avanti. Noi dell’Upt faremo sentire la nostra voce». E non risparmia stoccate agli alleati: «Basta dare colpe e mettere etichette ai consiglieri dell’Upt. I mal di pancia ci sono anche altrove». Più disincantato Massimo Ducati, capogruppo del Cantiere civico democratico: «È un anno che diciamo le stesse cose. Si dovrebbe lavorare di più e recuperare la stima reciproca. La delibera? Pur con perplessità, io l’ho votata».