A22, il confronto si sposta sulle deleghe Il Pd vuole maggiori poteri per Trento

TRENTO Il braccio di ferro tra Rossi e Olivi su Autobrennero pare destinato a cambiare obiettivo: dalla presidenza, alle deleghe. Così facendo, però, si cambierà anche tavolo, perché le deleghe sono attualmente in massima parte nelle mani dell’amministratore delegato, ruolo per il quale Ugo Rossi e Arno Kompatscher hanno deciso di confermare Walter Pardatscher.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 23 aprile 2016

Il patto politico sulla presidenza Girardi-Olivieri porta con sé come conseguenza la possibile redistribuzione delle deleghe tra amministratore delegato e presidente. L’obiettivo del Pd trentino è lasciare all’ad le competenze di natura più viabilistica-operativa e spostare sulla presidenza quelle più politiche.

Alessandro Olivi non entra nei dettagli, si limita a rivendicare la bontà dell’accordo spuntato con Rossi quando ormai il Pd sembrava destinato al ruolo di comparsa. «Ho visto che non tutti hanno apprezzato la mediazione che abbiamo trovato. Legittimo, per carità. Io mi limito a dire cosa rappresenta secondo me quella mediazione. In primis un riequilibrio istituzionale, visto che inizialmente tutto era stato deciso a livello di Regione e alla Provincia di Trento restava solo da nominare un membro del cda senza reale possibilità di incidere nella futura governance. In secondo luogo, abbiamo posto le condizioni per un riequilibrio territoriale. Da ultimo abbiamo messo a disposizione della società una persona (Olivieri, ndr ) con le competenze, l’esperienza e i contatti necessari per fare bene e garantire un’ampia condivisione delle scelte».

Nel Pd si parla di un Olivi molto arrabbiato con chi, all’interno, ha criticato l’accordo vedendoci solo la lottizzazione di una «poltrona» da 100.000 euro l’anno (questo il compenso del presidente, 140.000 quello dell’ad. Per entrambi 300 euro a seduta. Oggi Duiella somma anche i 41.000 della presidenza di Interbrennero). Olivi non capisce come alcuni colleghi di partito, tra cui il capogruppo Alessio Manica, non abbiano capito che per poter condizionare le scelte di Autobrennero in questa delicata fase bisognava ad ogni costo mettere un piede dentro la porta. La replica dei critici è: tanto Rossi ha già regalato l’amministratore delegato — che per la logica dell’alternanza sarebbe dovuto essere trentino — a Bolzano e il presidente conta poco o nulla.

Di qui la necessità di riequilibrare le deleghe. Il tema non è nuovo. Quando, nel maggio 2013, Paolo Duiella divenne presidente lasciando a Walter Pardatscher il ruolo di amministratore delegato, cercò di portare con sé alcune deleghe e chiese all’allora presidente Alberto Pacher di convincere Luis Durnwalder. «Tocca a noi — rispose però il Landeshauptmann — pacta sunt servanda».

Nell’entourage di Olivi già si indica l’elenco: tutte le deleghe in materia di in house, rapporti con il governo, architettura societaria, scelte strategiche (leggi Valdastico) e via dicendo.

Rossi, però, pare vederla diversamente. «La conduzione societaria è già equilibrata e non è vero, come si dice, che il presidente abbia un ruolo marginale. Ogni decisione importante viene decisa di concerto con la presidenza. La politica — aggiunge — ha concluso il suo compito. Ora saranno gli organi societari, assemblea e cda a trovare le soluzioni migliori. Nel comitato esecutivo — aggiunge il governatore — oltre a presidente e vice (dei soci del sud, ndr) e ad c’è anche una altro membro del cda del territorio che esprime il presidente, proprio in funzione di riequilibrio». In altre parole, prima Olivieri e poi Girardi (se si arriverà all’avvicendamento) non siederanno in panchina quando l’altro sarà presidente, avranno un ruolo per lo meno di controllo nel comitato esecutivo. Al Pd basterà?