Testo dei capigruppo: «Brennero, tutelare lo spirito di Schengen». «Nessun riflesso sui richiedenti asilo», Zeni rassicura sul ripristino del valico

Un documento base, aperto a modifiche e ulteriori adesioni. Rivolto a Ue e governo austriaco, per favorire una «tutela dello spirito di Schengen» in relazione alla chiusura della frontiera al Brennero, a sua volta decisa per contenere l’afflusso di profughi. Lo ha condiviso la maggioranza dei capigruppo dell’Euregio nella riunione informale vicino al valico.
Stefano Voltolini, Luigi Ruggera, "Corriere del Trentino", 30 marzo 2016

 

Il testo serve come spunto per la mozione che sarà discussa il 21 aprile nella prossima seduta nel capoluogo del Dreier Landtag, l’organismo che riunisce i consigli provinciali di Trentino, Sudtirolo e Tirolo austriaco. Non mancano gli accenti critici. Lega nord e Civica trentina ad esempio non hanno aderito. Di immigrazione, oltre che di altre questioni, parleranno i presidenti delle giunte del Gect-Euregio che si vedranno oggi a San Michele all’Adige.

«Do atto a tutti di aver compiuto uno sforzo per la sintesi» commenta al ritorno dal Brennero Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale trentino. I promotori del testo intendono impegnare i tre territori sul tema dell’immigrazione, dei profughi e del ripristino dei controlli al Brennero, confine che torna a dividere oltre a due Paesi Ue i confini interni dell’Euregio. Il documento lamenta la scarsa solidarietà manifestata finora dagli Stati membri dell’Ue riguardo a un’equa suddivisione dei profughi che entrano in Europa. Si definisce necessaria la costituzione di hot spot per la registrazione di chi arriva, si chiede all’Ue la tutela dell’accordo di Schengen, si ricorda la delicatezza anche simbolica del confine di Brennero, si chiede il coinvolgimento dei territori. Si ribadisce anche la disponibilità ad accogliere i profughi in modo adeguato dentro l’Euregio. Il testo così concordato rimane aperto ad aggiunte e correzioni che saranno valutate il 20 aprile dai capigruppo.

Ci sono state prese di distanza dalle minoranze delle varie assemblee. Per la parte trentina, Maurizio Fugatti (Lega) nota la mancata distinzione nel documento fra «reali rifugiati di guerra e migranti economici». «E manca — aggiunge — la richiesta di una gestione meno permissivista dei profughi». Rodolfo Borga (Civica) definisce il testo «contraddittorio». «Troppo generico il termine profughi visto che il 96% di quelli presenti in Trentino non hanno i requisiti per essere definiti rifugiati» aggiunge il consigliere.

Le sensibilità sono differenti anche fra i rappresentanti altoatesini. «Vogliamo che l’accordo di Schengen sia garantito anche in futuro» afferma il capogruppo della Svp, Dieter Steger. Dello stesso avviso anche Elena Artioli (Team Autonomie), che rivela: «Oltre ai militari austriaci sarà schierato, dalle nostre informazioni, anche l’esercito italiano. Ma non si tratta di una guerra di confine. Dopo gli attentati di Bruxelles, i controlli serviranno per smascherare le cellule del terrore e garantire la libertà di scambio e fratellanza con il vicino Tirolo». Il capogruppo del Pd altoatesino, Roberto Bizzo, osserva: «La competenza di queste decisioni è soprattutto dei governi nazionali. I consigli dei territori che ospitano i confini non possono che essere preoccupati dalla situazione che si sta venendo a creare. L’Europa non deve lasciare soli gli Stati». Accese critiche al testo presentato vengono infine dal consigliere Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore): «Un testo debole e provvisorio. Non si è avuto il coraggio di dire che ci sono delle responsabilità per questa situazione, che sono in capo al governo italiano e alle politiche europee, incapaci di prevenire quest’emergenza». Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) ha proposto un proprio testo alternativo a nome delle opposizioni di lingua tedesca: «Vogliamo controlli congiunti tra polizia austriaca ed italiana sia sui treni che sulle strade».

«Nessun riflesso sui richiedenti asilo». Zeni rassicura sul ripristino del valico, E. Ferro, "Corriere del Trentino", 30 marzo 2016

Conoscere per capire, e riportare timori, chiusure e pregiudizi dentro i binari della comprensione. È questo «l’approccio corretto», secondo Luca Zeni, che le istituzioni e i soggetti che con esse lavorano, dovrebbero adottare in tema di migrazioni. Lo stesso alla base di «Trovarsi altrove. Migrazioni tra miti e realtà», rassegna organizzata dal Comune di Mori e da una vasta rete di istituzioni e realtà del terzo settore per approfondire il tema dell’immigrazione e coglierne la reale fotografia. «Lavorare sul piano culturale è fondamentale» sostiene l’assessore provinciale alle politiche sociali, e garantisce che la situazione dei richiedenti asilo in Trentino «al momento è sotto controllo».

Con questo spirito, dunque, i numerosi soggetti che hanno contribuito all’organizzazione della rassegna (dall’amministrazione comunale alla parrocchia, dagli operatori del Cinformi a gruppi, associazioni e singoli interessati all’accoglienza) hanno scelto le tematiche oggetto dei primi quattro incontri in programma a partire da venerdì, argomenti «spesso oggetto di mistificazioni o di interpretazioni sommarie» come spiega Pierino Martinelli, rappresentante del Coordinamento attività accoglienza migranti di Mori. Sarà Enrico Di Pasquale della Fondazione Leone Moressa, molto impegnata sul tema dei migranti, a inaugurare dopodomani il ciclo di incontri con un appuntamento dedicato al «valore economico dell’immigrazione».

Seguirà, il 15 aprile, la testimonianza di Nawal Soufi, attivista a Lampedusa e nell’Egeo, che ha salvato più di ventimila persone disperse in mare rispondendo alle chiamate dei profughi e girandole alla Guardia costiera. Gianpiero Dalla Zuanna invece, ordinario di demografia all’università di Padova e senatore, il 6 maggio si chiederà se e come sia possibile governare le migrazioni e analizzerà i bisogni che le alimentano. Massimo Campanini, infine, affronterà il rapporto fra religione islamica e democrazia (il 20 maggio alle 18, tutti gli altri incontri, invece, si terranno alle 20.30 sempre all’auditorium comunale di Mori).

«In questo momento sono circa mille i richiedenti asilo all’interno del progetto di accoglienza — ricorda Zeni (12 sono ospitati a Mori, la metà dei quali in alloggi comunali, ndr ) — la situazione è sotto controllo e stiamo cercando di monitorare quanto avviene a livello nazionale ed europeo. Sicuramente la decisione dell’Austria di ripristinare i controlli al Brennero preoccupa, perché va contro la storia e sta cambiando quello che era un percorso di integrazione europea fondamentale e ormai consolidato, ma dal punto di vista dei richiedenti asilo per il Trentino non dovrebbe comportare emergenze particolari, anche perché chi cerca di attraversare il confine lo fa o rimanendoci a ridosso o tentando di trovare altre vie e non tornando indietro di 200 chilometri».