Assessora Ferrari: "Il contributo femminile alla ricerca è un vantaggio per tutti"

Una pianta di mimosa è stata messa oggi a dimora nel parco della Fondazione Edmund Mach. Con questo simbolico gesto ha avuto inizio presso l'aula magna della Fondazione, il convegno dal titolo "Genere e scienza". L’incontro è stato promosso dal "Sistema Trentino dell'Alta Formazione e Ricerca" (STAR) e ha approfondito le iniziative concretamente intraprese per favorire e valorizzare la componente femminile all'interno delle comunità scientifiche.
Ufficio Stampa Provincia, 9 marzo 2016

 

"In questo territorio - ha sottolineato l'assessora all'università, ricerca e pari opportunità Sara Ferrari - abbiamo bisogno di saper valorizzare di più tutto l'investimento collettivo che viene fatto in formazione ma anche quello che ciascuna ragazza mette nel proprio percorso e che spesso non ritrova il giusto riconoscimento. E' un vantaggio per tutti riuscire a fare in modo che invece e sempre di più il contributo femminile anche alla scienza abbia il proprio riconoscimento". "L'intento della giornata - ha spiegato Annapaola Rizzoli della Fondazione Edmund Mach - era quello di dare un segnale per valorizzare la componente femminile". Ha portato i saluti Sergio Menapace, direttore di FEM, che ha ribadito come "la concretezza dell'apporto della componente femminile nella ricerca è evidente e deve essere valorizzato". Il dibattito è stato arricchito dal confronto con realtà extra - europee, con il collegamento con Harvard, ove sta svolgendo ricerca una scienziata della FEM. Sono state affrontate le prospettive necessarie a instaurare una cultura organizzativa realmente inclusiva della componente di genere, basata sul superamento di stereotipi e sulla valorizzazione della componente femminile nello sviluppo di competenze multidisciplinari alla ricerca scientifica. L'evento ha visto la partecipazione della Fondazione Edmund Mach, la Provincia autonoma di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, il Museo delle scienze e l'Università degli studi di Trento.
Nel corso del convegno sono intervenuti Barbara Poggio, coordinatrice del Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento che ha richiamato nel suo intervento le principali strategie e azioni di cambiamento attuate dall’Università di Trento, con un focus specifico sul lavoro realizzato nell’ambito del progetto GARCIA. Il progetto mira a promuovere una cultura di genere e a combattere stereotipi e discriminazioni all'interno del mondo accademico. Il progetto si propone di sviluppare il potenziale di ricerca e le competenze di ricercatori e ricercatrici, al fine di sostenere la qualità delle loro condizioni lavorative.
Marco Zamarian, professore dell’Università degli studi di Trento ha portato l’esempio del progetto europeo FESTA (Female Empowerment in Science and Technology Academia), che coinvolge FBK e sei università europee. L'obiettivo è quello di formulare e rendere operative politiche volte a promuovere l'inclusione e la partecipazione delle donne nelle attività di ricerca e di indirizzo delle loro istituzioni scientifiche di appartenenza.
Luisa Rigoni, dell’area sviluppo risorse umane di FBK ha esposto le azioni implementate da FBK nella direzione della conciliazione lavoro/famiglia: dalla certificazione Family Audit alla creazione del primo Distretto Famiglia collina est: un modello che permette alle organizzazioni di mettersi in rete ad attivare politiche «family friendly» efficaci, consapevoli, durature ed economicamente sostenibili.
Gabriele Fauri, responsabile di DG-Ripartizione Organizzazione e Risorse Umane FEM, ha esposto le azioni implementate da FBK nella direzione della conciliazione lavoro/famiglia per chi lavora in Fondazione. Valeria Gualandri, tecnologa presso il CTT della FEM, ha raccontato la sua personale esperienza di mamma e donna di scienza. Valeria ha una grande famiglia si destreggia tra attività di servizio e di ricerca nel campo della patologia vegetale presso il Centro di Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach e fa del suo essere mamma una scommessa per il suo lavoro. “Perchè lavoro e maternità non sono percorsi di vita inconciliabili”.
Francesca Cagnacci, ricercatrice FEM attualmente Hrdy Visiting Fellow alla Harvard University ha condotto un colloquio in videoconferenza da Harvard. Infine Lucia Martinelli, ricercatrice presso il MUSE e  componente dei direttivi dell’Associazione Donne e Scienza e European Platform Women Scientists Dibattito, ha sottolineato come "preservare e valorizzare talenti alla luce delle pari opportunità sono azioni che richiedono la messa in atto di misure specifiche, a livello istituzionale e politico". Al MUSE esiste un piano di conciliazione famiglia/lavoro in quanto l’ente ha aderito a Family. Un altro cruciale aspetto della questione genere e scienza riguarda l’importanza di promuovere la cultura di genere nelle attività dell’ente. 

 

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