I senatori votano la loro autosoppressione

Il senatore Pd Giorgio Tonini, tra i più strenui sostenitori del ddl Boschi, era in aula nonostante la recente operazione al braccio: «Sarei venuto anche in barella». «Dopo tanti tentativi naufragati, finalmente ci siamo riusciti. Questa riforma è una sfida alla legge di gravità, per la prima volta un organismo si autoriforma al punto che il 99% dei suoi membri non sarà rieletto».
C. Bert, "Trentino", 22 gennaio 2016

Il senatore del Patt Franco Panizza cita il premier Matteo Renzi e parla di un «risultato storico». La riforma costituzionale mercoledì ha vissuto il suo ultimo passaggio al Senato prima di ritornare alla Camera ed essere poi sottoposta, verosimilmente a ottobre, a referendum.

Per Vittorio Fravezzi (Gruppo autonomie) la riforma «è tutt'altro che perfetta ma necessaria per portare avanti un processo riformatore che ridia credibilità al nostro Paese e alla politica». «La politica ha dimostrato di sapersi riformare dando un chiaro ed importante segnale al Paese contro l'autoreferenzialità e riaffermando la centralità della cosa pubblica. L'ammodernamento delle istituzioni, l'abolizione di enti inutili, il superamento del bicameralismo paritario, con l'istituzione del Senato delle autonomie, e la riduzione del numero dei parlamentari sono obiettivi improcrastinabili».

Panizza spiega di aver votato «volentieri e convintamente la mia soppressione»: «Non sono a Roma per difendere posizioni personali, questa riforma semplifica il quadro istituzionale abolendo il bicameralismo perfetto e riduce i costi della politica». «Certo, non è la riforma federale che avremmo voluto, con un Senato delle autonomie con competenze vere e che invece rischia di essere solo una Camera consultiva. Ma le prerogative dell’autonomia sono state riconosciute ed è stato introdotto il principio dell’«intesa» ci tutela».

Il senatore Pd Giorgio Tonini, tra i più strenui sostenitori del ddl Boschi, era in aula nonostante la recente operazione al braccio: «Sarei venuto anche in barella». «Dopo tanti tentativi naufragati, finalmente ci siamo riusciti. Questa riforma è una sfida alla legge di gravità, per la prima volta un organismo si autoriforma al punto che il 99% dei suoi membri non sarà rieletto. Superiamo il bicameralismo perfetto, un meccanismo che allunga i tempi di approvazione delle leggi e che rende difficile una maggioranza chiara e un'investitura piena del governo. La sera delle elezioni avremo una maggioranza e finiremo di avere governi che durano un anno e mezzo».
E sul fatto che la legge riaccentri molte competenze nelle mani dello Stato, Tonini ammette: «Questo ritorno al centro è compensato dal ruolo delle Regioni nel futuro Senato. Se sapranno riconquistare il ruolo e la credibilità che hanno perso, nulla impedirà loro di riconquistare spazio». «Ora - esorta - bisognerà portare a votare al referendum i tanti favorevoli».

Fuori dal coro Sergio Divina (Lega), che in più occasioni - a proposito della riforma Renzi-Boschi - ha parlato di Costituzione calpestata e di riforma imposta a colpi di maggioranza.