«Fuori dalla crisi pensando positivo»

Andreatta: il sindaco che “pensa positivo”. Dopo le turbolenze nella maggioranza, che hanno fatto traballare anche il suo scranno, il sindaco di Trento rilancia, puntando sull’unità della coalizione. 
L. Marognoli, "Trentino", 10 dicembre 2015

 

La relazione al bilancio, illustrata ieri sera in consiglio nella prima seduta della “maratona” che porterà (almeno questo è l’obiettivo) all’approvazione del documento di programmazione finanziaria, è partita proprio dai venti di tempesta che hanno soffiato con forza nelle scorse settimane su Palazzo Thun.

Andreatta ha fatto una disamina sociologica: la «crisi dei partiti» e gli «egoismi spiccioli» - ha detto - sono il riflesso di una società dell’incertezza che si è trasformata in una società «della paura». Ma di fronte a questo scenario desolante, il sindaco ha contrapposto la determinazione nel «mantenere vivo un pensiero positivo», di «voler bene alla speranza e di impegnarci per realizzarla».

E qui Andreatta ha fatto riferimento al «passaggio delicato» attraversato dalla maggioranza: sono stati fatti alcuni «passi falsi», che però - ha subito aggiunto - «non possono sfociare nella patologia». Non c’è stato un vuoto di progetti o una caduta di relazioni fiduciarie - ha osservato - ma è necessario che «l'aula, e prima di tutto la maggioranza che sostiene questa giunta, ritrovino una convergenza su una visione di città, sulle priorità politiche da perseguire, su un metodo di lavoro, sulla valorizzazione delle individualità che compongono il consiglio, forse anche una serenità che, mi sento di dire, qualche volta è mancata». Ha fatto anche autocritica, Andreatta, ma nessuna marcia indietro sulle scelte fatte (il chiaro riferimento era alla composizione della giunta), ognuna delle quali - ha detto - è stata «ponderata attentamente», valutando le possibili conseguenze e sapendo che qualcuno sarebbe stato scontentato.

Il sindaco ha ricordato che il patto di coalizione si fonda su due presupposti - il programma e la fiducia - e che la seconda va continuamente rinnovata nel tempo. Facendo leva sul «tessuto comunitario vivo e vitale» di cui Trento dispone, senza cedere al pessimismo indotto dalla crisi economica e dalla frammentazione sociale e spesso anche familiare. Un messaggio di fiducia e ottimismo, dunque, quello del sindaco di Trento. Che nel metodo di governo deve tradursi nel compiere scelte orientate dall’equità e dalla scelta delle priorità: chi ha bisogno deve essere aiutato mentre il prelievo tributario deve essere scaricato in massima parte su chi ha le risorse. Nel concreto, Andreatta ha ribadito quanto più volte detto: no ad aumenti delle tasse e no alla riduzione dei servizi. Il bilancio di previsione - ha auspicato il primo cittadino - deve coincidere con «una ripartenza, un nuovo inizio». Questo si potrà fare soprattutto costruendo in modo partecipato il nuovo piano regolatore, occasione preziosa «per aggiornare una riflessione sulla città che vogliamo, per coinvolgere e per valorizzare le intelligenze della città». Il piano di urbanistica commerciale servirà invece a «rafforzare il potenziale attrattivo delle imprese cittadine».

Decisivo anche l’investimento nell’ambiente e nella cultura, in particolare nell’Università e nei centri di ricerca come l’Fbk con cui è stato stipulato un protocollo strategico sul tema delle smart cities. Diversi i passaggi dedicati alla lotta al degrado e all’investimento sulla sicurezza, sia attraverso l’impiego delle forze di polizia che attraverso la riqualificazione dei luoghi, come piazza Santa Maria Maggiore e (l’anno prossimo) piazza Mostra ma anche grazie alla collaborazione dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni. Grande l’attenzione al turismo, dove servono - ha detto Andreatta - «iniziative in tutti i periodi dell’anno»: a Festival dell’Economia e mercatino di Natale vanno affiancati eventi come la Color Run, il Trento running festival e le manifestazioni enogastronomiche. Quanto al Not, il sindaco ha ripetuto che la scelta sulla collocazione spetta al consiglio comunale e ha aggiunto che essa è fortemente connessa con la mobilità del futuro. Su tutte queste questioni Trento deve saper esercitare il suo ruolo di città capoluogo, perché «le esigenze del territorio provinciale non possono sacrificare le aspettative della città».

 

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 Il momento è troppo delicato per tergiversare. In Aula, Alessandro Andreatta parte da qui, da «questo particolare momento politico, che non ha precedenti negli ultimi vent’anni del Comune di Trento». Tant’è che la relazione al bilancio è l’occasione per fare una riflessione molto meno tecnica del previsto. «Il deteriorarsi di alcune dinamiche — spiega — sono tutte circostanze che appartengono alla fisiologia delle relazioni politiche». Dialettica più o meno ordinaria, dunque. Il rischio, tuttavia, è la cronicizzazione del conflitto («Che può sfociare nella patologia»). Inevitabile, allora, l’appello. Rivolto a tutti, s’intende, ma alla maggioranza in modo particolare: «Ritrovare convergenza e recuperare la serenità che talvolta è mancata». 
Rimpasti di giunta potenziali, deleghe in bilico, rapporti tra alleati pure. A sette mesi dalle elezioni, a Palazzo Thun l’atmosfera è rarefatta. Nella sessione dedicata al bilancio, ieri, il sindaco ha sondato le radici del malessere interno. L’ha fatto citando le difficoltà ontologiche del nostro tempo: «Crisi dei partiti, tensioni neo-corporative, egoismi spiccioli, difficoltà nel decifrare un mondo che cambia, crisi economica». «Ma noi — dice — abbiamo fatto una scelta diversa: mantenere vivo un pensiero positivo, di voler bene alla speranza». 
Al di là delle criticità universali, restano i crucci particolari. Ma il sindaco relativizza le frizioni degli ultimi mesi: «Non credo che questo momento sia caratterizzato da un vuoto di progetti e da una caduta di relazioni fiduciarie: se fosse così, o se avessi avuto questa chiara percezione, non avrei esitato a trarne le conseguenze più inevitabili». Ed ecco, allora, l’esortazione: «È necessario che l’Aula e prima di tutto la maggioranza che sostiene questa giunta ritrovino una convergenza sulla visione della città e una serenità che qualche volta è mancata». Alla coalizione, però, il sindaco ricorda i due presupposti che vincolano il patto: il programma e la fiducia. Se per la seconda serve il rinnovo nel tempo, nel caso dei contenuti c’è poco da fare: «C’è un riferimento vincolante nel programma: è questo che è stato votato e che è diventato programma di governo: trattandosi di una sorta di contratto con gli elettori è poco negoziabile nei suoi tratti essenziali». 
Definito il substrato dei rapporti politici, restano i temi da affrontare. A cominciare dalla capacità di individuare «modelli alternativi di gestione dei servizi» e, ancora, avviare soluzioni per «selezionare le priorità di spesa». I tagli, al tempo delle risorse risicate, sono inevitabili. Ma qui, Andreatta, suggerisce di «interrogarsi in maniera spregiudicata». Non tagli lineari, bensì ragionati: «Dovremo interpellare i nostri concittadini per chiedere loro quali siano i servizi che vorrebbero vedere attivati o mantenuti o quelli ai quali, viceversa, sarebbero disponibili a rinunciare». 
Nel medesimo alveo s’inserisce il tema dell’equità dei contributi. L’imposta sugli immobili, dalla quale il Comune ricava fra un terzo e un quarto delle entrate di parte corrente, a detta del primo cittadino merita un ragionamento «più selettivo e mirato, in modo da agevolare in maniera più significativa chi davvero ha bisogno e da scaricare una quota rilevante di prelievo su chi, invece, è in grado di sostenere un peso maggiore». L’intento è applicare il criterio di progressività. 
Tra gli impegni più cogenti del consiglio c’è poi il nuovo piano regolatore generale. Rilanciando l’atto di indirizzo elaborato dalla commissione urbanistica, Andreatta sottolinea la necessità di arginare le costruzioni ex novo . «La città non deve più crescere — ribadisce — ma deve ricostruirsi su sé stessa, a partire dalla riqualificazione di aree abbandonate, dismesse o comunque da reinterpretare». 
Sul fronte delle relazioni istituzionali, la priorità è rafforzare il dialogo con l’università. Anche attraverso «modalità strutturate e permanenti di consultazione e co-decisione». 
Immancabile il passaggio sul cosiddetto degrado cittadino. A tale proposito, Andreatta ribadisce quanto fatto («Dalle telecamere al rafforzamento dei controlli, dal dispiegamento di forze di polizia alle sanzioni»). Un plauso, poi, all’impegno dei residenti della Portela e di piazza Santa Maria Maggiore. 
Quasi a voler chiudere con moto di conciliazione, il sindaco fa coincidere la discussione sul bilancio «con una ripartenza, un nuovo inizio». Dietro l’angolo c’è «una nuova stagione pianificatoria». Prg e piano di urbanistica commerciale incombono. Si parlerà anche del Nuovo ospedale del Trentino e, per essere chiari, il sindaco ribadisce un concetto: «La scelta del luogo in cui sorgerà il Not spetta a questa assemblea». 
Dati alla mano, infine, l’assemblea si appresta a discutere il quadro 2016-2018. Il programma degli investimenti per il prossimo triennio ammonta a 64,2 milioni di euro, mentre la spesa corrente si attesta su importi pari a 170,11 milioni per il 2016, 178 milioni nel 2017 e 177,35 nel 2018.