Sergio Barbacovi Segretario - RASSEGNA STAMPA

Colpo di scena, Barbacovi ripescato Segretario del PD, U. Cordellini, "Trentino", 7 luglio 2015
TRENTO Contrordine compagni, ops, iscritti forse il termine compagni non si addice più agli elettori del Pd, Sergio Barbacovi è il nuovo segretario del partito a livello provinciale. Lo ha deciso, in extremis, il comitato dei garanti del Pd accogliendo il reclamo presentato da Luigi Olivieri e Cristina Casagrande contro la decisione di non procedere alla proclamazione di Barbacovi come segretario.

 

Come si ricorderà, nella riunione di lunedì scorso dell’assemblea, Barbacovi, che era stato indicato da Luisa Filippi come segretario, aveva ottenuto 37 voti, mentre c’erano state 12 schede tra nulle e bianche. Lo statuto del Pd provinciale prevede che il segretario venga eletto con i due terzi dei voti dei componenti dell’assemblea, che in Trentino ha 64 membri. Il comitato dei garanti, però, non ha fatto altro che applicare lo statuto nazionale del partito che, all’articolo 15, prevede che il segretario venga eletto a maggioranza assoluta. In questo caso, la maggioranza assoluta sarebbe stata di 33 voti. Sempre lo nazionale prevede che, in caso di contrasto con gli statuti locali, sono le norme nazionali a prevalere. Quindi, il comitato dei garanti presieduto da Dario Torboli non ha fatto altro che constatare il contrasto tra i due statuti e applicare quello nazionale.

Il reclamo è stato discusso ieri a partire dalle 18 e già verso le 18 e 40 era stata presa una decisione che Torboli spiega così: «Saremo più precisi con un comunicato che diffonderemo domani (oggi ndr) per il momento possiamo dire che, in base agli articoli 15 e 44 dello statuto nazionale del Pd Sergio Barbacovi è il segretario del Pd trentino». Dopo questa decisione, la presidente del partito Paola Dorigotti ha deciso di convocare l’assemblea per martedì prossimo: «Barbacovi potrà illustrare all’assemblea il suo programma». Ovviamente è soddisfatto il ricorrente Luigi Olivieri anche se non canta vittoria: «Arrivare al commissario sarebbe stata una sconfitta per il partito, soprattutto se si considera che siamo il partito di un territorio autonomo. Farsi inviare un commissario da Roma sarebbe stato come certificare un’incapacità a scegliere». Olivieri ricorda inoltre che Barbacovi lunedì, durante il suo intervento via Skype, aveva detto che occorre ripartire da una conferenza programmatica per ricostruire i rapporti tra le varie componenti del partito, per cercare di rimettere il Pd in sintonia con le esigenze dei trentini. Barbacovi aveva anche sottolineato come fosse necessario ricostruire il partito nelle valli. Infatti, il Pd sta diventando sempre di più il partito delle città mentre sta scomparendo nelle valli dove lascia spazio alle liste civiche e agli altri partiti. Soddisfatto anche Mattia Civico: «Abbiamo un segretario e non un commissario. Questo per il PD del Trentino è fondamentale. Il commissario sarebbe stata davvero una prospettiva catastrofica. Abbiamo un buon segretario: Sergio Barbacovi è persona equilibrata, d’esperienza, dotato di pacata determinazione: stiamogli accanto. 
 
Sì dei Garanti, Barbacovi segretario Pd. È stato accolto il ricorso ma già si levano proteste, L. Patruno, "L'Adige", 7 luglio 2015
Dove non è arrivata la politica, potè il ricorso. E così ieri pomeriggio, in un ennesimo colpo di scena in casa Pd, Sergio Barbacovi, è stato proclamato nuovo segretario del Pd del Trentino, a una settimana esatta dalla votazione in assemblea provinciale del 29 giugno nella quale su 49 votanti aveta ottenuto 37 voti a favore, 7 erano state le schede bianche e 5 nulle (Elisa Filippi, Giulia Robol e Vanni Scalfi, rappresentanti delle tre mozioni al congresso, non avevano votato).Potrebbe essere scongiurato così il rischio di un commissario nominato da Roma, anche se restano le motivazioni - la mancata fissazione della data del congresso - che hanno portato al voto dei franchi tiratori contro Barbacovi e quindi lo scontro che è ormai lacerante e spietato. Sempre che l'altra «fazione» accetti il responso dei garanti e non reagisca con un contro-ricorso o sollevando altre obiezioni come già qualcuno sembra voler fare.

La decisione è stata presa dal collegio di garanzia presieduto da Dario Torboli e composto da Antonio Iovene e Valeria Parolari , che ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Gigi Olivieri (mozione Robol) e da Cristina Casagrande (mozione Filippi), che avevano sostenuto l'elezione di Barbacovi. La motivazione sta nel fatto, spiega lo stesso garante Torboli che: «Lo statuto nazionale del Pd dice che per eleggere il segretario serve la maggioranza assoluta dell'assemblea. Lo statuto del Pd trentino ha previsto invece la necessità dei due terzi dei voti, ma la norma nazionale era inderogabile, quindi la nostra è errata e va applicata la regola nazionale. In questo caso Barbacovi è dunque eletto segretario perché ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti. Ci siamo consultati anche con il Pd nazionale ed è stata condivisa questa interpretazione». 
La presidente pro tempore Paola Dorigotti ha già convocato l'assemblea per martedì prossimo: «Verrà comunicata la convalida dell'elezione del segretario e Barbacovi parlerà all'assemblea. Poi eleggeremo il nuovo presidente». 
Mentre Gigi Olivieri sghignazza per essere riuscito a restituire pan per focaccia a chi nel segreto dell'urna aveva boicottato l'elezione di Barbacovi, facendo affidamento su uno Statuto del partito «fallato», perché in contrasto con quello nazionale, soddisfazione viene espressa da Elisa Filippi che aveva proposto Barbacovi: «Apprendo e rispetto la decisione dei garanti. Al di là del giudizio formale, ritengo che la candidatura di Barbacovi che ha ottenuto 37 voti (ne bastavano 33), abbia ottenuto il consenso politico sostanziale della maggioanza superando la minoranza di 12 persone che pensavano di poter esercitare un diritto di veto». Il consigliere provinciale Mattia Civico aggiunge: «Abbiamo un segretario e non un commissario. Questo per il Pd del Trentino è fondamentale».

 
Manica: "Forzate le regole, toccato il fondo"
Il capogruppo provinciale, Alessio Manica, e il consigliere Luca Zeni sono però inviperiti. Alessio Manica commenta a caldo: «Non ho nessuna intenzione di scendere a questo livello. Fare un segretario forzando le regole da sempre condivise è toccare il fondo. Al tempo ci siamo dati regole diverse a partire dalle primarie, con non pochi contrasti con il nazionale, ora pur di ottenere lo scopo si rinnega quella diversità. Si peferiscono queste strade rispetto a un minimo di accordo politico che avrebbe rafforzato il segretario». Luca Zeni dice. «Confermo che il nome di Barbacovi era e può essere un buon nome per traghettare il partito al congresso. Penso però che quando si usano i cavilli delle regole per dirimere questioni politiche sia una sconfitta per tutti. In molte parti lo statuto del Pd trentino contrasta con quello nazionale, a partire dall'iter di elezione dell'assemblea e del segretario, e all'epoca ci fu una forte tensione per questo: Roma minacciò il commissariamento, in particolare perché prevedevamo le preferenze per eleggere i membri dell'assemblea, e la reazione fu unanime: siamo il Pd del trentino e rivendichiamo autonomia. Per questo la decisione, al di là della "tenuta" giuridica dubbia, richiederebbe una "ratifica" politica da parte dell'assemblea stessa o il rischio è di peggiorare una situazione già molto grave».
Il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi , invece ritiene che vada preso atto della decisione: «Va bene così. Ora Barbacovi si potrà presentare in assemblea e illustrare il percorso per un congresso vero con regole nuove».