A Trento e a Roma

A Trento Martedì ho accompagnato il Presidente Renzi in visita ufficiale nella nostra Regione. Abbiamo visitato alcune importanti aziende trentine e altoatesine, esempi virtuosi di innovazione e la Fondazione Bruno Kessler, che assieme alla nostra università rappresenta un luogo importante in tema di ricerca e sviluppo a livello nazionale e internazionale. Renzi ha riconosciuto la grandezza dell'intuizione dell'allora presidente Bruno Kessler che, agli inizi degli anni '60, decise di investire sull'alta formazione e poi sull'innovazione e la ricerca per aprire il Trentino al mondo e favorire uno sviluppo sostenibile e duraturo.
Michele Nicoletti, 8 maggio 2015


E' stata una proficua ed importante occasione di confronto sulla tematica dell'autonomia e della sua collocazione nel nuovo scenario politico-istituzionale caratterizzato da un profondo cambiamento nell'assetto dei poteri e da una rinnovata centralità dello Stato a scapito delle realtà regionali. L'obiettivo è stato anche quello di ribadire e dimostrare al Presidente come le forme di autonomia regionale, se gestite bene e con sobrietà, possano rappresentare un modello virtuoso di governo e un valore aggiunto per lo Stato. Esse devono però essere interpretate guardando a Roma e soprattutto a Bruxelles quali orizzonti politico-istituzionali e facendo rete con il sistema Paese.
Il Presidente Renzi ha rinnovato l'impegno del Governo a riconoscere e valorizzare la nostra Autonomia come già è stato fatto in questi mesi nelle discussioni bilaterali e nei lavori parlamentari prevedendo ad esempio clausole di salvaguardia e il metodo concertativo nella definizione dei rapporti finanziari tra le due Province Autonome e lo Stato. Renzi ha poi ribadito come il modello della nostra Regione rappresenti un importante modello di gestione delle minoranze linguistiche da diffondere anche al di fuori dei confini nazionali. Si tratta di affermazioni significative che riconoscono il lavoro svolto dai partiti del centro-sinistra autonomista nel trasmettere e veicolare i valori dell'autonomia e nel gestire positivamente ed efficacemente il governo del territorio.

A Roma Lunedì la Camera ha approvato in via definitiva la nuova legge elettorale (Italicum). Dopo molte discussioni e un confronto anche aspro all'interno del PD, il Parlamento ha finalmente approvato una legge che garantisce un buon compromesso tra rappresentatività e governabilità, che permette ai cittadini di determinare con il loro voto l'indirizzo politico del Governo e che stabilizza la nostra democrazia parlamentare.
Si possono avere delle perplessità sul compromesso raggiunto su alcuni punti - quale ad esempio quello del mix di capilista e preferenze di genere - ma l'impianto generale, se troverà attori politici all'altezza, può davvero introdurre una sana democrazia dell'alternanza nel nostro Paese. Non a caso il giudizio della stampa internazionale è stato favorevole.

Qui trovate un articolo di D'Alimonte che ripercorre brevemente i passaggi significativi che hanno portato all'approvazione dell'Italicum.

Qui trovate un altro interessante articolo di D'Alimonte che spiega gli scenari politici che si apriranno dopo l'approvazione dell'Italicum.

Qui trovate un articolo di Guiso che spiega come l'Italicum possa essere una soluzione anche al problema dell'instabilità politica che ha caratterizzato la Repubblica italiana fin dalla sua nascita.

Qui trovate un interessante dossier che (nella forma domanda/risposta) spiega le principali caratteristiche dell'Italicum.


Mercoledì ho partecipato, nell'ambito del Comitato permanente sui diritti umani della Commissione Esteri, all'audizione di Shin Dong Hyuk, esule della Corea del Nord, nato in un campo di prigionia e una delle poche persone riuscite a fuggire da un campo di concentramento nordcoreano.
Shin Dong Hyuk ha parlato delle principali caratteristiche del regime coreano e della mancata tutela dei diritti delle minoranze, che costituisce un serio problema per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale. Egli, dopo aver raccontato la sua storia personale, ci ha spiegato le modalità di fuga e ci ha raccontato del suo impegno nella diffusione delle notizie sulla tragica realtà della Corea del Nord e dei suoi lager.

Qui trovate un articolo su Shin Dong Hyuk pubblicato giovedì sul quotidiano la Repubblica.


Mercoledì sono intervenuto in Commissione Esteri in qualità di relatore della proposta di ratifica dell'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e i suoi Stati membri e la Repubblica di Corea. L'accordo in esame, in linea con i principi dell'Organizzazione mondiale del commercio, prevede la creazione di una zona di libero scambio fra l'Ue, i suoi Stati membri e la Repubblica di Corea, da realizzarsi attraverso la rimozione della quasi totalità degli ostacoli tariffari e non tariffari fra le aree economiche, l'adeguamento di standard e la regolamentazione di importanti settori strategici, quali quelli farmaceutici, automobilistici e di elettronica di consumo.


Giovedì mattina in Commissione Esteri abbiamo incontrato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con il quale ci siamo confrontati sui recenti impegni assunti in sede europea riguardo alla situazione del Mediterraneo e in particolare al finanziamento dell'operazione Triton da parte dei Paesi dell'Ue e alle altre misure in discussione, tra cui le proposte dell'Ue per la stabilizzazione della Libia e per la lotta contro i trafficanti di esseri umani che saranno presentate in questi giorni al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Durante l'incontro abbiamo convenuto che la presa in carico da parte dell'Unione Europea del problema immigrazione è certamente un primo passo importante, ma abbiamo anche condiviso che per stabilizzare il fenomeno e garantire l'effettiva tutela dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati bisogna intervenire in Libia affrontando politicamente il problema. Bisogna inoltre creare dei canali di trasferimento legali e tutelati dal diritto internazionale per garantire i diritti dei richiedenti asilo, combattere con forza i trafficanti di esseri umani e superare il Regolamento di Dublino III favorendo un sistema di quote nazionali (su questo punto, in settimana, ci sono state aperture da parte del Presidente della Commissione Europea e del Ministro degli Esteri austriaco). Solo un'azione più incisiva dell'Unione Europea potrà affrontare efficacemente il problema, perché i confini italiani sono anche i confini europei.


La Camera ha approvato in terza lettura il testo unificato delle proposte di legge in materia di introduzione di nuovi delitti a salvaguardia dell'ambiente. L'intervento incide sul vigente apparato normativo, che sanziona prevalentemente la lesione dell'ambiente con contravvenzioni e sanzioni amministrative previste dal relativo Codice. Il provvedimento, a seguito di alcune modifiche, passa ora all'esame del Senato.
Con questo provvedimento vengono finalmente introdotti i reati di: disastro ambientale; inquinamento ambientale; impedimento al controllo ambientale; traffico e abbandono di materiali ad alta radioattività. Viene anche dato seguito alle raccomandazioni che da molti anni gli organismi europei fanno ai Paesi membri.
Fino ad ora esisteva un sistema sanzionatorio contenuto principalmente nel testo unico dell'ambiente, formato sostanzialmente da ipotesi contravvenzionali, cioè ipotesi di reato che puniscono la mera messa in pericolo, in astratto, del bene protetto dell'ambiente, punendo le condotte con sanzioni piuttosto lievi, trattandosi di contravvenzioni. Questo testo, invece, individua nuove fattispecie di reato tra le quali l'inquinamento ambientale e il disastro ambientale, il traffico illecito di materiale radioattivo, i reati di impedimento al controllo e omessa bonifica. E allo stesso tempo introduce sanzioni accessorie molto efficaci nella prevenzione e nella repressione degli illeciti.

Qui trovate il dossier di approfondimento.




Qui trovate un articolo pubblicato su una testata giornalistica cinese sulla discussione svolta dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa durante la sessione plenaria di aprile sul tema delle tragedie nel Mediterraneo. L'articolo richiama brevemente il mio intervento a nome del Partito socialista europeo.