Il PD: "A Trento andiamo con il nostro simbolo"

Tre mesi e tre giorni. Tanto sono lontane le elezioni comunali. O forse bisognerebbe dire «vicine», visto che liste e simboli vanno depositati 45 giorni prima, cioè a fine marzo. Ad oggi, 7 febbraio, l'unica cosa certa è il candidato sindaco del centrosinistra autonomista, l'uscente Alessandro Andreatta.
L'opposizione di centrodestra ha rinviato di un'altra settimana la scelta del proprio «cavallo» e non si sa se la prossima riunione sarà quella definitiva. Da una parte la Civica trentina che non è disposta a mollare su Andrea Merler, dall'altra la Lega che vuole imporre Sergio Divina.
D. Battistel, "L'Adige", 7 febbraio 2015 

 


Sul fronte centrosinistra, lo schema che sembrava assodato un mese fa con tre liste «forti» - Pd (con rappresentanza Psi), Patt, Upt - e una serie di «cespugli» - Idv e Verdi - rischia di saltare sotto i colpi dell'ex governatore Dellai che, proponendo il superamento dell'Upt, di fatto spinge verso il matrimonio con i Democratici.
I quali, dal canto loro, rifiutano qualsiasi tipo di proposta.
«Cosa succederà in futuro nessuno lo può sapere oggi - premette Michelangelo Marchesi , assessore uscente in Comune e membro della commissione elettorale del Pd - ma il coordinamento cittadino a noi ha dato un mandato preciso: costruire la lista del Pd. Personalmente credo che questo sia oggettivamente il percorso da seguire. Non so quanto operazioni precipitose dell'ultimo momento siano utili e produttive».
La coordinatrice comunale del Pd Elisabetta Bozzarelli , dal canto suo, ammette un certo fastidio rispetto all'atteggiamento degli alleati: «Leggo sui giornali tante proposte, di cui però non so nulla di preciso. Mi auguro che prima o poi qualcuno mi presenti un ragionamento serio e approfondito nelle sedi opportune». Fuori dalla logica dei «messaggi criptati» è una richiesta all'Unione di esplicitare le proprie intenzioni, una volta che il partito le abbia definite al proprio interno.
Bozzarelli, di per sé, non è contraria a ipotesi di «fusione», ma chiede il rispetto del metodo: «Credo che il Pd sia un partito a vocazione aperta, ma l'apertura si fa in modo serio, ponderato, non con uscite spot di qualcuno. Ci sta bene che ci siano persone e forze politiche che vogliono interfacciarsi con il Pd, ma questo si fa non sull'emergenza delle elezioni, bensì con un percorso preparato per tempo, come quello impostato da noi con il Psi».
Per il momento insomma, porta chiusa ad una lista unica, pur non escludendo che - su richiesta dei circoli locali - almeno sulle circoscrizioni possano concretizzarsi soluzioni diverse.
Intanto il Patt, che inizialmente aveva caldeggiato le liste uniche almeno a livello circoscrizionale, ora si smarca.
Anzi, sta organizzando liste formalmente civiche con la presenza di candidati di diversa estrazione ma, di fatto, sotto la regia autonomista.
«Effettivamente noi avevamo dato la disponibilità per un ragionamento su liste uniche- spiega il segretario cittadino Roberto Stanchina -. Adesso chiedo che ci sia un chiarimento visto che l'Upt, che aveva lanciato l'idea, dice di voler cercare l'accordo solo con il Pd».
Preso atto del riavvicinamento tra dem e upitini, le Stelle alpine passano al «contrattacco». «Su Mattarello e Ravina - ammette Stanchina - ci stiamo muovendo per conto nostro. Venerdì prossimo, per esempio, presenteremo la lista "Insieme per Mattarello" coordinata da un simpatizzante ex Upt, Alessandro Nicolli, e dall'autonomista Mauro Slomp con adesioni di persone vicine al Pd. A Ravina continueremo l'esperienza della civica senza l'appoggio ufficiale del Pd ma con la presenza in lista di persone che di solito votano lì».