Comunali a Mori, il Pd «scalda» Stefano Barozzi

Stanno per essere posizionati i primi tasselli che porteranno alla composizione del mosaico dei candidati alla poltrona di sindaco in vista delle elezioni comunali primaverili. Il partito che si trova nella posizione più delicata è il Pd, che sta governando assieme alla lista civica “Insieme” dell'attuale primo cittadino Roberto Caliari e deve decidere se sostenerlo ancora, con l'ulteriore complicazione di voler - o dover - allargare la coalizione, attualmente composta da sole due forze, anche a Patt, Upt e Verdi.
S. Cassol, "Trentino", 14 dicembre 2014


Ebbene, i Democratici sembrano ormai aver individuato la strada da intraprendere. L'ipotesi di presentare un proprio candidato sindaco negli ambienti del Pd aleggiava da tempo e la recente uscita di Caliari (che ha criticato le forze politiche con cui sta dialogando per la tutt'altro che celata voglia di puntare ognuna sul proprio "cavallo" anziché dare continuità) non è piaciuta e ha contribuito a cementare la convinzione di proporre una figura di bandiera, posto che lo scenario delle primarie sembra ormai difficilmente evitabile. Il nome in rampa di lancio è quello di Stefano Barozzi, attuale vicesindaco, persona che presenterebbe almeno un paio di caratteristiche fondamentali: continuità di massima con l'amministrazione attuale e capacità di tenere unite le varie anime del partito, compresi coloro che erano o sono più inclini a una riconferma di Caliari. Una figura, dunque, a cui ben pochi tesserati Democratici moriani potrebbero opporsi: si attende solo la formale disponibilità del diretto interessato.
Una diversa ipotesi di candidatura, invece, è stata bloccata da altri: quando ancora si puntava a un nome condiviso tra i potenziali alleati (scenario difficilmente praticabile), come pretendente sindaco di coalizione era stato vagliato Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino. Ferrandi, tesserato Pd, era stato proposto dall'Upt come nome ideale per evitare le primarie, ma il Patt ha subito stoppato questa manovra e anche il Pd si è via via allontanato da questa soluzione, con la candidatura del direttore che, salvo colpi di scena, non vedrà quindi la luce.
Una volta che il Pd avrà ufficializzato il proprio nome - che salvo colpi di scena ancora più clamorosi sarà quello di Barozzi - toccherà ai potenziali alleati muoversi di conseguenza: per prima cosa l'attuale sindaco e i suoi dovranno decidere se sostenere il nome del Pd, se contrapporne uno proprio o se uscire dalla coalizione, dopodiché - con le primarie all'orizzonte se il candidato Dem sarà Barozzi - spetterà al Patt (che in realtà ha le idee già chiare), all'Upt (che deve ancora nominare il nuovo direttivo e tra le varie forze è quella più "indietro") ed eventualmente ai Verdi svelare le proprie strategie.