Robol: "Con Rossi coalizione fragile"

«La coalizione ha bisogno di confermare il significato del perché stare assieme: più volte ho detto al presidente Rossi e al segretario del Patt che chi esprime la presidenza dovrebbe avere un ruolo di collante e preoccuparsi di una visione d'insieme. Ma se invece esiste solo un rapporto muscolare, anche se legittimo, per prevalere alle elezioni amministrative in termini numerici di un partito sugli alleati, la conseguenza sarà un effetto negativo sulla tenuta della coalizione stessa».
L. Patruno, "L'Adige", 25 novembre 2014



Giulia Robol, segretaria provinciale del Pd, lancia l'allarme non solo a fronte della campagna acquisti del Patt, con una sistematica strategia di arruolamento di personaggi in prevalenza del centrodestra, in vista delle elezioni comunali del 2015, ma soprattutto per la benedizione dell'operazione da parte del governatore Ugo Rossi ( vedi l'Adige di ieri ) e leader del centrosinistra autonomista, che aumenta le tensioni tra alleati e rischia di minare la prospettiva di un progetto politico comune.
Segretaria Robol, il presidente Rossi sottolinea che il Patt è un partito trasversale e dunque è normale che peschi anche nel centrodestra. E poi dice che destra e sinistra sono ormai concetti superati e anche Renzi governa con Alfano. È d'accordo?
Un percorso politico non si cancella. E fa specie quando vedi dei nomi che a livello comunale hai sempre associato a una parte politica, che di punto in bianco passano dall'altra parte. Se il Patt ritiene necessario chiedere il contributo a queste persone, che disegno si prefigura dietro a questo dal punto di vista politico? Ricordiamoci che Renzi governa con Alfano in questo preciso momento storico e sappiamo come ci si è arrivati. Non è il suo obiettivo politico e certo non chiede ad Alfano di entrare nel Pd. È vero che Renzi sta guardando a un progetto che superi il Pd come ala solo di sinistra, ma il riferimento che lui fa è sempre a un'area valoriale di centrosinistra. Perché fra destra e sinistra la differenza c'è ancora eccome, nella linea politica e nelle scelte di governo.
Il Patt e Rossi dunque secondo lei non si sentono parte di una coalizione di centrosinistra?
Il Patt si muove ai margini: è sempre stata una forza politica blockfrei. Ha avuto periodi in cui dialogava con il centrodestra e poi ha stretto un accordo con il Pd. Io credo che sia dunque necessario un chiarimento soprattutto da parte del presidente Rossi rispetto a che impostazione si vuole dare alla coalizione.
Si può dire che ora che il Patt torna a sognare di rappresentare da solo il «partito di raccolta» modello Volkspartei è tramontato ogni ragionamento tra voi su un partito territoriale di centrosinistra che unisca Pd, Upt e Patt?
Mi sembra che oggi il Patt, guardando alle amministrative pensi solo ad ingrossarsi alle spalle del Pd, ma soprattutto dell'Upt, specie in alcuni contesti di valle. E penso che l'Upt, che ha un'anima moderata e però anche una cultura di centrosinistra marcata, prima o poi il nodo sul collegamento nazionale lo dovrà sciogliere.
Pensa sia giunto il momento di un rapporto più stretto fra Pd e Upt?
Io l'ho sempre detto: noi ci siamo. Che non vuol dire vi inglobiamo o vi mangiamo. Ma arrivati in questa situazione, con una coalizione che è molto più indebolita e fragile rispetto a quando c'era Dellai, perché viaggia a forze separate, ognuno per sé, è chiaro che uno scatto va fatto in questo senso. Penso che Pd e Upt dovrebbero cercare di ragionare insieme sul piano politico, partendo dai modelli culturali comuni, dal tema del lavoro, dell'integrazione, della coesione sociale, che sono alla base delle nostre politiche al governo del Trentino.