Dorigatti: ritornare alla centralità del lavoro

Ieri sera abbiamo ricordato Giuseppe Mattei, protagonista di mezzo secolo di storia trentina: sindacalista, ma soprattutto uomo di grande visione politica e profondamente radicato nella società. Abbiamo così parlato di lavoro, di politiche industriali, di unità sindacale. Non è solo una storia da raccontare con nostalgia, ma un insegnamento attivo da mettere in pratica per affrontare le sfide del presente.

Bruno Dorigatti, 14 dicembre 2012



"Parlare di Giuseppe Mattei oggi significa rimettere al centro due temi che- per molto tempo- sono stati espulsi dall'agenda politica: il lavoro e le politiche industriali.
Lo ha rilevato il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti aprendo questo pomeriggio i lavori dell'incontro - promosso dalla Fondazione museo storico del Trentino in collaborazione con CGIL, CISL e UIL e LaReS - in ricordo del sindacalista a dieci anni dalla sua scomparsa.
Figura storica del sindacalismo trentino e nazionale (fu tra i fautori della prima esperienza italiana di federazione metalmeccanica unitaria) è stato il protagonista delle lotte operaie del 1968- 69 , e precursore di quel cambiamento sociale ed economico che investì il Trentino negli anni '70.
Di Giuseppe Mattei sindacalista si è scritto molto, ma poco sulla sua figura di uomo, della sua matrice cultuale cattolica che lo portò ad interpretare un passaggio epocale con coraggio e lungimiranza.
E' quanto si è proposto di fare l'incontro di oggi "Giuseppe Mattei, impegno fra fabbrica e società" attraverso una serie di testimonianze che, seppur da visuali diverse, hanno condiviso quel particolare momento storico: Giorgio Grigolli, Enrico Bolognani, don Giuseppe Grosselli, Sandro Schmid e Marco Boato.
Per Dorigatti, che da giovane ha avuto occasione di conoscere personalmente il sindacalista, Mattei ha rappresentato un riferimento fondamentale nell'evoluzione del sindacato, capace di movimentare, non solo la partecipazione dei lavoratori, ma soprattutto le coscienze e la cultura di un'intera generazione.
"Mattei - ha ricordato Dorigatti - ha rappresentato come pochi in Trentino la capacità della classe operaia di assumere un ruolo centrale nei processi storici: lavoratrici e lavoratori che non si sono limitati a stare alla finestra, ma che hanno preso in mano il loro destino e hanno dato fiato e gambe alla speranza."
Quella di Mattei è stata un testimonianza sul campo di come il sindacato e le lotte dei lavoratori possano incidere nei processi di cambiamento di una società e dello stesso sistema produttivo, contribuendo a superare diffidenze e divisioni e ad accompagnarne la sua evoluzione.
Uomo di organizzazione legato al suo sindacato, ma anche uomo di movimento capace di forti idee innovative, sia all'interno dell'organizzazione (Dorigatti ha ricordato la nascita dei consigli di fabbrica) ,sia in campo sociale con la messa in discussione del quadro politico.
Due i temi che hanno animato il suo impegno e che oggi sono di grande attualità: le politiche industriali con la partecipazione pubblica e la difesa del lavoro anche a costo di grandi sacrifici (le occupazioni delle fabbriche duravano mesi) e la sua dignità.
Oggi che i rapporti all'interno del mondo del lavoro sono cambiati (anche a causa di una crisi senza precedenti) la sua lezione suona non solo come una storia da raccontare, ma soprattutto da mettere in pratica.
"Non serve e non basta celebrare il passato ha proseguito Dorigatti- , ma bisogna contribuire ad affrontare i problemi del nostro tempo: anche grazie alle esperienze del passato, ma soprattutto con la capacità di progettare il futuro. Perché se c'è un grande insegnamento nella storia del sindacato italiano è proprio questa capacità di costruire nel concreto delle pratiche quotidiane i "piccoli tasselli" delle "grandi riforme".
Infine il bisogno di unità e di coesione sociale per affrontare le sfide che la crisi, con il suo fardello di problemi, richiede.
"Dell'esperienza di Mattei, quello che oggi dovremmo recuperare più di tutto è la tensione verso l'unità: unità sindacale intesa non come sommatoria di classi dirigenti, ma come esito di una ricomposizione reale del mondo del lavoro."
Da qui un invito ad avviare un percorso più avanzato di unità, un laboratorio che facendo leva su alcune idee innovative (Dorigatti ha citato fra questi il coinvolgimento dei lavoratori nel processo produttivo) possa servire da esempio e da apripista a livello nazionale.


(Foto Salomon)