Dilemma primarie per i parlamentari

Tutti nel Pd sono d'accordo sul fatto che se resta questa legge elettorale, con le liste bloccate, sarà necessario fare le primarie per coinvolgere i cittadini almeno nella scelta dei candidati. Ma resta da stabilire come farle.
L. Patruno, "L'Adige", 6 dicembre 2012

E tra il dire e il fare si frappongono una serie di problemi compreso il fatto - per il Trentino Alto Adige - che per il Senato si vota sulla base di collegi uninominali dove dunque per vincere è più utile presentare un unico candidato di coalizione che di partito, come fatto nelle precedenti elezioni.
Il senatore  Giorgio Tonini , presidente del Pd trentino, che nel 2008 fu eletto nelle Marche ed è considerato un esponente nazionale, così legge la situazione: «In Trentino per la Camera il Pd sa che i primi tre posti in lista sono quelli che contano: il capolista in genere viene deciso dal nazionale, potrà essere una personalità su cui il partito vuole puntare, poi ci saranno un candidato di Trento e uno di Bolzano visto che la lista è regionale, ma si dovrà tenere conto anche dell'equilibrio di genere oltre a quello territoriale. Ora si pensa di fare delle primarie aperte a tutti, sempre che ci sia il tempo e che le elezioni si tengano a marzo o aprile, anche se tra i bersaniani c'è chi pensa di limitare il voto a chi aveva partecipato alle primarie per il presidente del consiglio. Anche questo sarà un nodo da sciogliere».
«Il problema poi è il Senato - prosegue Tonini - perché lì serve un candidato di coalizione quindi o tutti i partiti della coalizione sono d'accordo di fare le primarie oppure cosa si fa?» Per la deputata trentina  Laura Froner , che è in prima persona interessata alla questione, visto che c'è in gioco la sua ricandidatura, dice: «Siamo tutti d'accordo che si facciano le primarie se rimane questa legge. Bersani lo ha dichiarato e io penso che sia importante che nel partito se ne parli a livello nazionale per definire regole uguali per tutti. Sento ipotesi di listini bloccati o quote riservate al nazionale, penso che se primarie devono essere lo siano per tutti e aperte a tutti i cittadini perché dobbiamo riuscire a coinvolgere il più possibile i cittadini che poi andranno a votare alle elezioni». Per  Roberto Pinter , membro della segreteria provinciale del Pd e considerato tra i possibili candidati alle prossime politiche, sarà difficile armonizzare delle regole nazionali con la situazione particolare trentina dove appunto al Senato si vota con un sistema diverso. Poi aggiunge: «La cosa difficile per la Camera sarà tenere insieme la quota parte per il nazionale, ricordiamo che l'altra volta Bressa fu messo capolista, poi l'equilibrio fra Trento e Bolzano e l'alternanza di genere, sapendo che i primi tre posti sono quelli che contano. Per il Senato, invece, non possiamo pensare di fare una selezione noi come Pd dei nostri candidati quando poi la scelta dovrà essere di coalizione, né che su 3 collegi le forze politiche non richiedano un accordo plurale sulle candidature».
Il renziano capogruppo provinciale del Pd,  Luca Zeni , sostiene che: «Sicuramente non potranno che essere primarie aperte, o non sono primarie. Sul resto, le ipotesi possono essere diverse: primarie per la sola Camera, nel caso che al Senato si proponga una coalizione ampia e non del solo Pd, o primarie sulla provincia, che definiscano un elenco di nomi che (in ordine di consenso) possano essere candidati sulla Camera o sul Senato a seconda delle valutazioni e degli accordi tra le forze politiche della coalizione che si presenterà al Senato».