D'Alema: la destra è estranea all'Autonomia

Massimo D'Alema difende l'autonomia giudicata «un laboratorio di incontro tra la realtà cattolica e quella autonomista», per questo va sostenuta e «difesa l'esperienza originale del centro sinistra con l'autonomia trentina».
J. Valenti, "L'Adige", 17 ottobre 2008

Affonda sul centro destra che «è culturalmente estraneo all'autonomia», e fa una battuta: «Non so se il Pd sia fatto per scalare le alte vette, ma di certo la Padania non può stare in montagna. L'Italia è fatta di tante culture e quella trentina non è certo ascrivibile ad un improbabile fronte del nord. La proposta della destra è estranea alla vostra tradizione». Il lider Maximo è arrivato nella sala della Filarmonica a Rovereto per sostenere la campagna elettorale dei candidati per il Partito democratico dopo una cena al ristorante Novecento, a pochi passi dal teatro. Ad attenderlo, oltre ad Alberto Pacher, c'erano anche Giulia Robol e Alessandro Olivi. D'Alema ha sottolineato in un paio di riprese come il centro destra stia «cavalcando l'onda della paura e dell'incertezza presente in questo momento nella pubblica opinione», ed ha attaccato il governo su rifiuti, rapporti con l'Unione Europea in materia di sicurezza (soprattutto sul reato di clandestinità cassato dalla UE), e sulle politiche energetiche. Oltre che sulla scuola: «Siamo in un Paese che chiama riforma della scuola una circolare che obbliga a mettersi il grembiule. Siamo un paese con meno scuola e meno ricerca, ma più disoccupazione e violenza».

Cita il rapporto Caritas per dire che «ci sono 15 milioni di italiani sotto la soglia della povertà» e parla di «crisi di origine sociale del nostro Paese che viene visto da fuori con una certa commiserazione». Ampio spazio del suo discorso lo ha poi dedicato alla crisi finanziaria internazionale: «Tutto è partito dal fatto che milioni di famiglie americane non sono in grado di ridare i soldi che le banche hanno prestato per pagare i mutui». L'ex ministro degli esteri ha evidenziato che l'America è si la causa della crisi globale, ma che la battaglia elettorale in cui sono contrapposti McCain e Obama è «una sfida per la leadership mondiale, non per scegliere un capo dell'Occidente abbastanza miope come invece è stato Bush. Dalle elezioni americane può venire una grande spinta per cambiare le cose».

Poi attacca Berlusconi: «A pensare che Bush sia uno dei grandi statisti è rimasto solo lui», e ancora, «è l'uomo più ricco d'Italia, i cui figli occupano posti importanti nel mondo della finanza e dell'informazione». Un uomo che «forse ha comprato qualche senatore», riferendosi alle intercettazioni con Saccà nella vicenda Rai Fiction. Riprende una frase di Al Gore, come aveva già fatto nel pomeriggio durante la visita a Merano: «Abbiamo vissuto in un'epoca di grandi cambiamenti, adesso stiamo vivendo un cambiamento d'epoca». Intende dire che va ripensato il sistema economico, basato fino ad oggi «sull'arricchimento personale derivante dalle rendite finanziarie», perdendo di vista il lavoro e il reddito.