"Troppi stranieri? Dipende dai lavori"

Zeni: «Non c’è concorrenza con gli italiani». La Spada: «Servono badanti» Il capogruppo del Pd e il coordinatore del Cinformi replicano a Ugo Rossi in vista dei nuovi ingressi.
F. Da Deppo, "Trentino", 27 dicembre 2010

Il Trentino non sollecita nuovi ingressi di lavoratori immigrati. L’ha detto l’assessore provinciale alle politiche sociali Ugo Rossi e, in vista del nuovo decreto flussi, lo conferma Pierluigi La Spada, coordinatore del Cinformi, il Centro informativo per l’immigrazione della Provincia.
Non si tratta di chiudere le porte a nessuno, è la crisi che mostra i denti.
 Rossi e La Spada sono in sintonia: innanzi tutto diamo un lavoro a chi è già qui e lo stipendio l’ha perso.
 Dalla stessa maggioranza dell’assessore, reclama qualche dettaglio in più Luca Zeni, capogruppo Pd: «E’ vero che i numeri del decreto flussi vanno basati sulla situazione economica, è altrettanto vero che i lavori di italiani e stranieri non sono gli stessi e la crisi pesa in modo diverso sugli uni e sugli altri». Un suggerimento: consideriamo i singoli settori economici e i diversi lavori e valutiamo dove la manodopera straniera è utile, necessaria o in esubero, premettendo che «gli stranieri non portano via gli impieghi agli italiani e la crisi colpisce soprattutto i giovani e ne limita gli accessi al mondo professionale».
In fondo, La Spada dice la stessa cosa quando osserva che «gli ingressi di immigrati in Trentino sono fermi da 2-3 anni e il settore in cui perdura il fabbisogno è quello delle lavoratrici domestiche, le badanti, la cui richiesta, peraltro, non viene automaticamente soddisfatta da nuovi arrivi». La spiegazione detta un’altra nota a pie’ di pagina del decreto: «Quello dell’assistente familiare è un lavoro pesante. Il tempo di essere regolarizzate e molte donne cercano altri impieghi, con le famiglie costrette a rimpiazzarle pescando talvolta nel mercato degli stranieri non regolari». «Il controllo sociale in Trentino è alto e il lavoro clandestino rientra in quote modeste - riprende il coordinatore Cinformi - sta di fatto che nel 2009 sono state regolarizzate 1000 lavoratrici domestiche e la domanda persiste». Un’eccezione, ripete La Spada, perché «dal turismo all’agricoltura la richiesta di manodopera è tamponata dalla disponibilità di addetti stagionali». E se mai, badanti a parte, sono proprio gli stagionali immigrati e quanti sono arrivati per periodi di studio a invocare un cambiamento di status (tecnicamente “conversione”) puntando a un contratto a tempo indeterminato.
 «Il buon senso suggerisce insomma di contenere il flusso di lavoratori immigrati - riassume La Spada - anche se il nuovo decreto accoglie le domande indipendentemente dalla disponibilità o dal bisogno di posti di lavoro dei vari territori e solo successivamente suddividerà gli arrivi area per area».
 In Trentino, Rossi ha parlato di 2500 stranieri disoccupati aiutati dal reddito di garanzia. La Spada rinvia i numeri al rapporto annunciato dal Cinformi in gennaio: «Il reddito di garanzia è previsto per chi non ha lavoro e anche per chi un lavoro ce l’ha ma gli garantisce un reddito basso». Dietro le cifre di stranieri presenti o in arrivo, disoccupati o non regolari, occorrerà leggere anche i pareri degli imprenditori e le analisi dei sindacati. I loro tavoli prepareranno nelle prossime settimane i contenuti del decreto flussi.